I ragazzi non devono assaggiare assolutamente il vino fino a diciotto anni: non bisogna infatti versare fuoco sul fuoco; fino a trent’anni il vino si può gustare, ma con moderazione: il giovane deve evitare in modo categorico di ubriacarsi e di bere troppo: poi, quando si giunge alla soglia dei quaranta, durante i banchetti alla mensa comune si invocheranno gli altri dei e in particolare si inviterà Dionisio a unirsi a questa, che è sacra iniziazione e, nello stesso tempo, festa gioiosa dei vecchi: fu il dio a donarla agli uomini con la magia del vino a sollievo dell’acidità della vecchiaia, in modo che noi possiamo tornare giovani e dimenticare la malinconia.
Platone — Leggi (II, 666a-b) — Atene, 357 a.C. circa