Tappe d’obbligo a Budapest sono la visita alla Sinagoga di via Dohány, considerata la più grande d’Europa, e al tradizionale quartiere ebraico.
L’atmosfera si fa suggestiva con la visita al Museo dell’Olocausto che rievoca una delle maggiori tragedie del XX secolo.
L’emozione accompagna fino all’ingresso di un piccolo ristorante ebraico dove le famiglie osservano lo shabbat ossia il giorno del riposo.
Per rispettare questo giorno, dal tramonto del venerdì sera non è possibile svolgere molte attività e tra queste la preparazione del cibo che viene anticipata prima della sera del venerdì.
Dopo la funzione religiosa nella Sinagoga, le famiglie raggiungono le proprie case o i ristoranti kasher e si raccolgono intorno alla tavola apparecchiata a festa per la preghiera e per i rapporti familiari. È proprio in uno di questi piccoli ristoranti che ho cenato con loro.
Per l’occasione si indossano i vestiti più belli e la madre accende due o più candele (quanti sono i bambini) sulla tavola apparecchiata elegantemente dove è offerto il pane tradizionale challah e un calice di vino kasher.
La cena è preceduta dalla recita della benedizione del calice di vino (Kiddush), seguita dalla benedizione del pane (Hamotzì).
La mia attenzione cade proprio sul pane: «Parla ai figli d’Israele. Dirai loro: Quando voi sarete entrati nel paese, dove io sto conducendovi e mangerete del pane del paese, ne sottrarrete un’offerta al Signore». (Num. 15, 18-19). È questa l’origine della challah, il pane bianco che accompagna le feste ebraiche.
Originariamente da questo pane era prelevata la decima che veniva offerta al sacerdote. Oggi che non c’è più il Tempio, si preleva comunque un pezzetto dell’impasto che viene messo da parte, bruciato in forno e non consumato.
La challah è bianca e soffice, ha un sapore leggermente dolce e viene preparata dalle donne.
È a forma di treccia, e sulla tavola ne sono presenti due, a misura della doppia porzione di manna che Dio elargiva agli israeliti nel deserto alla vigilia del sabato e delle feste.
Le prime tre stelle al tramonto del sabato interromperanno l’incantesimo.