Pubblichiamo oggi il contributo della dottoressa Livia Diotallevi, Biologo Nutrizionista, sull’influenza che una corretta alimentazione ha nel mantenimento dei fisiologici valori ematici del colesterolo.
Molte persone hanno il “colesterolo alto” e devono per questo necessariamente correggere la loro dieta. Innanzitutto: cos’è il colesterolo e perché, se in eccesso, fa male?
Il colesterolo è una molecola fondamentale per il nostro organismo, perché:
- entra a far parte delle membrane cellulari alle quali conferisce il giusto grado di flessibilità e permeabilità;
- è il precursore di molti ormoni come ad esempio il testosterone e l’estradiolo;
- una parte è utilizzata per la produzione di bile, indispensabile per rendere i lipidi alimentari assimilabili dall’intestino.
Il colesterolo viene veicolato nel nostro organismo, all’interno del sangue, in aggregati formati non solo da colesterolo, ma anche da fosfolipidi, proteine, trigliceridi e acidi grassi e questi aggregati sono classificati, a seconda della loro densità, come:
- Very Low Density Lipoprotein — VLDL
- Intermediate Density Lipoprotein — IDL
- Low Density Lipoprotein — LDL
- High Density Lipoprotein — HDL
Le più conosciute sono, ovviamente, le LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) e le HDL (colesterolo buono).
Le LDL trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti periferici, mentre le HDL sono formate da colesterolo “di scarto” delle cellule e lo riportano al fegato. Le LDL sono pericolose in quanto hanno una tendenza ad aderire alle pareti dei vasi sanguigni formando delle ostruzioni che possono poi con il tempo aumentare (chiudendo il vaso) o staccarsi formando dei trombi.
È necessario mantenere bassa la concentrazione delle LDL e aumentare quella delle HDL.
È stato dimostrato che, in primo luogo, l’esercizio fisico porta a un aumento delle HDL e se a questo aggiungiamo una dieta più equilibrata, ricca in frutta e verdura, legumi e con preferenza per i cibi fornitori di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi (contenuti ad esempio nell’olio extravergine di oliva o in alimenti come il pesce), i risultati possono essere buoni.
Bisogna ricordare, però, che circa l’80% del colesterolo è prodotto in modo endogeno dall’organismo (soprattutto dal fegato) e solo il restante 20% proviene dall’alimentazione.
Quando un soggetto presenta ipercolesterolemia (“colesterolo alto”) si tenta prima una correzione attraverso una dieta più sana ma se, nonostante tali accorgimenti, i livelli di colesterolo rimangono elevati, è chiaro che la causa è da ricercare nei meccanismi interni di produzione di questa molecola: sarà allora necessario ricorrere all’uso dei farmaci.
Fonti:
- A. Mariani Costantini, C. Cannella, G. Tomassi — Alimentazione e nutrizione umana — Il Pensiero Scientifico, 2009
- Jenkins DJ, et al. — Effect of a dietary portfolio of cholesterol-lowering foods given at 2 levels of intensity of dietary advice on serum lipids in hyperlipidemia: a randomized controlled trial — JAMA. 2011 Aug 24;306(8):831-9
- Vyth EL, et al. — Consuming a diet complying with front-of-pack label criteria may reduce cholesterol levels: a modeling study — Eur J Clin Nutr. 2012 Apr;66(4):510-6. doi: 10.1038/ejcn.2011.193