Pubblichiamo oggi il contributo del dottor Andrea Deledda, biologo nutrizionista, sugli endocannabinoidi
Il sistema endocannabinoide (ECS) è un sistema di neuromodulazione, ubiquitario nell’organismo, capace di influenzare, tra le altre cose, umore, appetito, motivazione per il cibo, infiammazione, disfunzioni metaboliche, attraverso la variazione delle condizioni intracellulari.
La sua attivazione è mediata da due tipi di recettori di membrana, CB1 e CB2. Il primo tipo è presente nella maggior parte dei tessuti, in particolare quelli coinvolti nel metabolismo energetico e dei nutrienti (fegato, tiroide, tessuto adiposo, muscolo, pancreas) ma anche a livello cerebrale, mentre i CB2 influenzano il sistema immunitario.
La marijuana contiene notoriamente sostanze capaci di attivare tali recettori, determinando così gli effetti psicotropi, rilassanti, antiemetici e oressizzanti (stimolanti l’appetito).
Le due principali molecole endogene attivatrici dell’ECS, 2-arachidonoilglicerolo (2-AG) e anadamide, sono derivati degli acidi grassi n-6 (o omega-6), per cui il sistema è influenzabile attraverso l’alimentazione. Più grassi n-6 ingeriamo, ad esempio con un’alimentazione ricca di oli di semi, più l’ECS avrà substrato per la sintesi delle sue molecole attivatrici. Queste molecole vengono prodotte on demand a seconda della necessità, mediante la modulazione degli enzimi di sintesi e demolizione1.
Grazie alla sua azione sull’ipotalamo, il centro di controllo della spesa energetica e della fame, l’ECS è capace di influenzare questi aspetti. Gli obesi hanno spesso un ECS iperattivo, il che porta a un’attivazione dei sistemi che portano a immagazzinare l’energia piuttosto che spenderla, cioè un rallentamento del metabolismo, oltre ad aumentare la predilezione per cibi ricchi di calorie, di grassi e zuccheri semplici. Inoltre i grassi ingeriti forniscono ulteriore substrato per il sistema, determinando un circolo vizioso che può essere alla base della dipendenza da alcuni cibi, del grande aumento di peso e della sindrome metabolica2.
Un’azione simile nei confronti della motivazione verso il cibo, ma mediata da proteina G, coinvolge il sistema delle endorfine3,4. Questi sistemi, presenti anche negli invertebrati, si sono sviluppati in tempi antichi, quando il cibo non si andava a comprare al supermercato ma si aveva necessità di una forte motivazione che spingesse alla sua ricerca e potenzialmente alla lotta con animali pericolosi.
Anche saccarosio e fruttosio sono in grado di influenzare il bilancio degli EC, facendo aumentare gli enzimi che li sintetizzano, e questo potrebbe essere correlato con la motivazione per cibi dolci o che semplicemente li contengono, e che volutamente vengono aggiunti nei prodotti industriali5.
L’ECS è inibito dalla leptina, un ormone rilasciato dal tessuto adiposo che regola, tra le altre cose, la quantità di cibo assunto6. Tuttavia l’insorgere della resistenza leptinica, una condizione in cui questo ormone non riesce più a esplicare la sua funzione, tipica degli obesi, può a sua volta determinare perdita del meccanismo di controllo dell’ECS e dei meccanismi di controllo del peso.
Un altro fattore che influenza il tono endocannabinoide sono i glucocorticoidi; il cortisolo, un ormone rilasciato in risposta allo stress, agisce appunto determinando immediata produzione e rilascio di 2-AG. Questo potrebbe essere legato alla fame nervosa7.
Il sistema è inibito dal farmaco Rimonabant8; il trattamento dà ottimi risultati per quanto riguarda i segni di sindrome metabolica, il quadro metabolico e l’accumulo viscerale del grasso9. Migliorano anche l’ossidazione dei substrati e il metabolismo energetico10. Tuttavia il Rimonabant ha come effetto collaterale la depressione, poiché va a bloccare in toto il sistema limbico, sede della gratificazione, oltreché aumentare il senso di nausea11 e per questo è stato tolto dal mercato farmaceutico.
dottor Andrea Deledda — Biologo Nutrizionista presso il Centro Obesità, AOU Cagliari§
Sito web: Studio Dott. Andrea Deledda
Blog: nutrizione996
Fonti:
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