Tiberio imperatore diceva che l’uomo, giunto all’età di trentacinque anni, non dovrebbe avere più bisogno di medico.
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La massima dell’imperatore Tiberio è vera in quanto che l’uomo arrivato a metà del corso della vita dovrebbe avere acquistata tanta esperienza sopra sé stesso da conoscere ciò che gli nuoce e ciò che gli giova e con un buon regime dietetico governarsi in modo da tenere in bilico la salute, la qual cosa non è difficile se questa non è minacciata da vizii organici o da qualche viscerale lesione. Oltre a ciò dovrebbe l’uomo, giunto a quell’età, essersi persuaso che la cura profilattica, ossia preventiva, è la migliore, che ben poco evvi a sperare dalle medicine e che il medico più abile è colui che ordina poco e cose semplici.
Il libro di Pellegrino Artusi ha come sottotitolo “Manuale pratico per le famiglie”. L’appendice contiene “La cucina per gli stomaci deboli”.
Anche se, come nutrizionista, devo dissociarmi da gran parte delle ricette, questo libro ha costituito uno dei primi successi editoriali dell’Italia unita e ha contribuito alla diffusione di una cucina unitaria, pensata con una logica, che allora si diceva allora di “igiene” — oggi diremmo di benessere — in un tempo un cui il cibo doveva essere soprattutto nutriente.
Per approfondimenti:
P. Artusi — La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene — 1891