Pubblichiamo oggi la prima parte del contributo dello Psichiatra Domenico Mazzullo, che ci aiuta a comprendere i meccanismi psicopatologici alla base dell’obesità.
È opportuno fin da principio precisare cosa si intende per obesità.
Classicamente essa è definita attraverso l’indice di massa corporea (peso corporeo/altezza in metri al quadrato) laddove individui con un indice di massa corporea superiore a 25 sono considerati sovrappeso e superiore a 30 obesi. Le innovative tecniche di analisi della composizione corporea hanno consentito di svincolare la definizione di sovrappeso e obesità da questo calcolo matematico e rapportarla direttamente alla percentuale di massa grassa che compone l’organismo. L’obesità viene quindi al momento considerata uno stato morboso caratterizzato da un eccesso di massa grassa, in particolare superiore al 26% del peso corporeo negli uomini e al 32% del peso corporeo nelle donne.
L’obesità quindi è evidentemente da considerarsi una conseguenza e non un fenomeno a sé stante. Dove esiste una conseguenza esiste naturalmente anche una causa o più cause.
In questo contesto ci occuperemo prevalentemente delle cause psichiche dirette o indirette responsabili, in ultima analisi, della obesità, ponendo le basi di una classificazione etiologica ossia causale della obesità stessa. Fermo rimanendo naturalmente il discorso che altre classificazioni sono possibili ed esistenti ponendo esse come criterio classificatorio altri elementi.
Sulla base quindi di un criterio etiologico possiamo prima di tutto suddividere l’obesità in due grandi categorie:
- obesità primaria
- obesità secondaria
Si intende come obesità primaria una obesità che non è provoca da altre patologie o altre cause, mentre per obesità secondaria si intende evidentemente una obesità che è invece provocata da altre patologie o altre cause.
Occupiamoci quindi separatamente della obesità primaria. Nell’ambito di questa dobbiamo operare una ulteriore sottodivisione distinguendo una obesità primaria monocompulsiva o univoca, da una obesità primaria multicompulsiva. Una terza forma che potremmo considerare sempre primaria è la cosiddetta obesità socioculturale.
Dobbiamo qui introdurre un concetto classico della psichiatria, ossia quello della compulsione.
L’etimologia della parola spiega molto bene il significato a essa sotteso.
Compulsione deriva dal latino Compulsare = spingere violentemente, costringere, quindi una tendenza coercitiva e irrazionale che spinge l’individuo a mettere in atto determinati comportamenti di cui egli stesso riconosce l’inutilità e l’inadeguatezza, o addirittura la nocività, ma la cui mancata esecuzione provoca in lui una sensazione di angoscia. Nel nostro caso specifico ovviamente la compulsione è rappresentata dall’assunzione di cibo.
Nella obesità primaria monocompulsiva i pazienti presentano una unica compulsione e solo verso il cibo. Si tratta in genere di soggetti bulimici i quali possono, per mezzo di
condotte compensatorie mantenere un peso corporeo normale oppure essere obesi.
Nella obesità primaria multicompulsiva, invece, la compulsività si esplicita non solamente ed esclusivamente verso il cibo, ma verso tutte le forme di piacere con il quale il soggetto venga a contatto (sesso, gioco d’azzardo, fumo, collezionismo).
Sul piano psicologico si tratta di soggetti completamente diversi come struttura di personalità.
Schematicamente, infatti, i soggetti che presentano una obesità primaria monocompulsiva sono pazienti sempre in colpa perché incapaci di frenare i propri impulsi verso il cibo, scontenti di sé, fragili, deboli, insicuri, infelici, sempre in debito nei confronti della vita.
Al contrario gli obesi multicompulsivi sono l’immagine della felicità e dell’appagamento esistenziale, per nulla scontenti del proprio essere, sereni e soddisfatti, sempre alla ricerca edonistica del proprio piacere in qualunque forma esso si manifesti, sicuri di sé ed esenti da autocritiche o auto recriminazioni. Difficili o impossibili da curare in quanto non c’è nessuna coscienza, se non formale e superficiale di malattia.
La terza forma di obesità primaria ossia quella che abbiamo definito socioculturale è rappresentata dalla obesità che è diretta conseguenza di abitudini alimentari errate, spesso riscontrabili in ambienti sociali degradati o culturalmente scarsi o economicamente poco abbienti.
Per approfondimenti:
D. Mazzullo — La depressione, conoscerla per non averne paura — Edizioni Mediterranee, 2004
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