Quando uscì, nel 1964, Il crudo e il cotto di Claude Lévi-Strauss gli studiosi della mia generazione (oggi ottantenni) si resero conto non solo del fatto che le cosiddette qualità sensibili — ad esempio crudo e cotto o fresco e putrido — hanno una loro logica e una loro storia, ma anche del fatto che quello del cibo e della preparazione del cibo è un elemento non marginale e non irrilevante, che quelle alternative hanno a che fare con il mangiare in comune o mangiare in solitudine, con il passaggio dalla natura alla cultura e con il mondo dei sistemi simbolici. I modi di nutrirsi sono in grado di dire qualcosa di importante non solo sui modi di vita, ma anche sulla struttura di una società e sulle regole che consentono a essa di persistere e di sfidare il tempo.
Dalla prefazione di Paolo Rossi La Natura, il Mangiare, La Cultura
Per approfondimenti:
L. Dalla Ragione — La casa delle bambine che non mangiano — Il Pensiero Scientifico, 2008