La sensazionale notizia della probabile imminente scomparsa dal mercato americano delle storiche merendine Twinkies (tortine spugnose con ripieno di crema) ha attraversato l’oceano finendo sulla prima pagina dei nostri quotidiani.
In effetti non si tratta di una merendina qualsiasi. Si tratta di un’icona USA dalla storia lunga come quella del West.
L’idea originale è venuta a James Dewar che negli anni trenta pensò di ovviare alla stagionalità delle fragole, fino a quel momento utilizzate per farcire i suoi pasticcini, utilizzando della crema.
La popolarità vera arriva negli anni cinquanta, quando l’azienda produttrice (la Hostess Brand) sponsorizza un programma per la TV dei ragazzi.
Il fatto che sia più un’icona che una merendina è dimostrato dalle numerose citazioni. Eccone solo alcune.
- In La bambina che amava Tom Gordon di Stephen King la protagonista, Trisha, sopravvive una settimana dispersa nel bosco grazie in parte alle sue provviste per il picnic: un sandwich al tonno, delle patatine fritte e dei Twinkies.
- Nel film Ghostbusters Egon utilizza un Twinkie come unità di misura dell’energia psicocinetica.
- Nel film Die Hard l’agente Powell entra in un drugstore per fare scorta di merendine Twinkies.
- And last but not least, la dieta Twinkie del dottor Mark Haub basata esclusivamente sul consumo di cibi spazzatura.
Ora la Hostess Brand è in crisi (per l’aumento dei costi di zucchero e farina e della manodopera) e il popolo americano chiede al presidente Obama di salvare l’azienda in quanto il vuoto socioculturale sarebbe davvero incolmabile: 500 milioni di merendine consumate dal 1930 a oggi non si cancellano con un colpo di insalata.
Il Presidente si trova però tra incudine e martello: deve rendere conto anche alla moglie Michelle, paladina di un’alimentazione sana e misurata. A questo proposito è bene dire che una merendina da 43 grammi apporta ben 150 calorie e 4,5 grammi di grassi (di cui la metà saturi); guardando poi gli ingredienti si legge: farina di frumento sbiancata arricchita, zucchero, sciroppo di mais, grassi vegetali e/o animali parzialmente idrogenati, uova, aromi e coloranti, eccetera.
Il popolo americano ha reagito non solo con un’insurrezione, ma anche con una sorta di follia collettiva come solo gli americani sanno fare: una lotta all’ultimo dolcetto per accaparrarsi quante più confezioni possibile di Twinkies, arrivando persino a pagarne una quasi 60 dollari.
Forse non è proprio fame… è più una nostalgia collettiva di un’America anni cinquanta che ormai non c’è più.
Per approfondimenti:
- Farkas A. — L’appello a Obama per salvare la tortina condannata da Michelle — Corriere della Sera, 20/11/2012
- I.K. Smith — Mangia con amore — Mondadori, 2012
Nel vicino Canada sono prodotte e vendute. Probabilmente nascerà un mercato nero 😀
pure junk food!
Ciao Andrea. La penso esattamente come te.
Però mi lascio anche intenerire dall’ aspetto affettivo e socio-culturale. Se le merendine Twinkies fossero un soprammobile, per me, sarebbero la gondola di Venezia che stava sulla TV di quasi tutte le famiglie negli anni ’60… cose buone di pessimo gusto, a cui però tutti siamo un po’ affezionati.