Che cosa sono gli interferenti endocrini e perché dobbiamo occuparcene?
Nelle prossime settimane probabilmente sentiremo parlare spesso di queste sostanze in relazione alla loro presenza nei nostri alimenti. Infatti sta concludendosi una fase di studio che l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha iniziato parecchi mesi fa per raccogliere i dati in merito alla loro presenza negli alimenti e agli effetti sull’uomo.
Si tratta di composti che possono danneggiare gli organismi viventi nonostante siano presenti in quantità minima, perché agiscono sulle ghiandole endocrine che producono gli ormoni (tra queste le più “famose” sono il pancreas, le ghiandole surrenali, la tiroide, ma anche le ghiandole che producono ormoni sessuali come ovaio e testicolo) condizionando molte fasi della nostra vita.
Se questa ipotesi fosse dimostrata, malattie come il diabete, l’obesità, l’ipotiroidismo, l’ipertensione e persino alcune condizioni di ipofertilità potrebbero essere spiegate dall’esposizione a prodotti chimici specifici, soprattutto prima della nascita, durante la vita embrionale, o nei primi mesi di vita del bambino.
Tuttavia sono studi provvisori e, al momento, le prove di laboratorio sono incomplete: non esiste un elenco definito di queste molecole e soprattutto non si conosce la quantità massima che può essere presente in un alimento per poterlo definire sicuro. La difficoltà nell’ottenere dati è dovuta anche nel fatto che le conseguenze possono comparire dopo anni dall’esposizione oppure possono dipendere dalla presenza di altri fattori. Non si può neppure escludere che alcune di queste sostanze possano avere un effetto positivo, modulando l’attività di queste ghiandole.
Queste informazioni sono indispensabili perché sono sostanze che ormai sono presenti ovunque e che difficilmente potremo evitarle completamente, al limite potremmo diminuire il nostro grado di esposizione, soprattutto nelle fasi della vita in cui possono essere più pericolose.
Ma di che sostanze si tratta? Per lo più sono pesticidi o inquinanti ambientali (per esempio diossina) o sostanze rilasciate dalle materie plastiche (come il Bisfenolo A e gli ftalati) ma anche fitoestrogeni e isoflavoni (presenti nella soia o nei semi oleosi), il cui effetto viene considerato utile in alcune condizioni.
Come possiamo difenderci? Sono talmente diffusi nell’ambiente che è impossibile evitarli completamente. Può essere utile scegliere alimenti non trattati con pesticidi o provenienti da zone poco inquinate, evitare prodotti confezionati in plastica o scegliere di non conservare i nostri alimenti in contenitori di plastica. E questo ci avvantaggerebbe sia direttamente sia indirettamente, in quanto la minore richiesta potrebbe diminuire l’inquinamento generato dalla produzione di questi materiali.
Ma è sicuramente una strada lunga. Per questo sono necessari studi che permettano alle autorità regolatorie di individuare con certezza i composti più pericolosi, da eliminare il più velocemente possibile.
Fonti:
- EFSA (European Food Safety Authority) — Interferenti endocrini: l’EFSA fornirà un parere scientifico a marzo 2013
- EFSA (European Food Safety Authority) — Scientific report of the Endocrine Active Substances Task Force — EFSA Journal . 2010; 8(11):1932
- F. Baldi, A. Mantovani — A new database for food safety: EDID (Endocrine disrupting chemicals – Diet Interaction Database) — Ann Ist Super Sanita. 2008;44(1):57-63
- World Health Organization — International Programme on Chemical Safety — Global assessment of the state-of-the-science of endocrine disruptors
Sono pienamente d’accordo,alimenti
Contaminati bisogna assolutamente evitarli il quale fanno male per la nostra salute e fare tante sperimentazioni cliniche su ogni sostanza per poter vedere il loro effetto,per evitare le Malattie e infezioni!!!