Da sempre il nutrizionista suggerisce l’apporto di pesce un paio di volte a settimana, soprattutto pesce azzurro per l’alto contenuto di acidi grassi omega-3. Gli omega-3 risultano importanti in molti modi diversi: servono per lo sviluppo e il mantenimento in salute del sistema nervoso, aiutano il sistema cardiocircolatorio, rinforzano il sistema immunitario e hanno la capacità di abbassare la pressione sanguigna. Quest’ultimo effetto è stato studiato da alcuni ricercatori, pubblicando sulla rivista PNAS i risultati. È venuto fuori che effettivamente esiste un effetto diretto tra la presenza di acido docosaesaenoico (DHA), il grasso omega-3 contenuto nei pesci, e l’abbassamento della pressione dato dall’aumento del volume delle arterie.
Gli stessi ricercatori però ci mettono in guardia, in un secondo studio pubblicato sulla stessa rivista: gli effetti si hanno con DHA proveniente dal pesce, non da integratori; anzi, capita che l’assunzione contemporanea delle due fonti renda più debole o addirittura nullo l’effetto degli omega-3 da pescato. Questo perché negli integratori è spesso presente una versione modificata del DHA, il DHA etil-estere (DHA EE) che non solo non ha l’effetto sperato sulla pressione ma impedisce l’azione del DHA non modificato.
Risulta così chiara, almeno da questo punto di vista, la differenza tra una buona alimentazione e un’integrazione che non riesce a dare tutti i benefici che invece possono arrivare dagli alimenti.
Fonti:
- Hoshi T, et al. — Omega-3 fatty acids lower blood pressure by directly activating large-conductance Ca2+-dependent K+ channels — PNAS Published online before print March 4, 2013, doi: 10.1073/pnas.1222003110
- Hoshi T, et al. — Mechanism of the modulation of BK potassium channel complexes with different auxiliary subunit compositions by the omega-3 fatty acid DHA — PNAS Published online before print March 4, 2013, doi: 10.1073/pnas.1222003110