Mercoledì 17 Aprile 2013 – L’articolo è stato modificato rispetto alla pubblicazione originale
Della divulgazione scientifica apprezzo la sobrietà. I sensazionalismi e gli aggettivi superlativi, d’istinto, mi fanno diffidare della fonte.
Pertanto frasi del tipo «ha una potente azione antitumorale», oppure «portentose proprietà antiossidanti», mi fanno venir voglia di girare pagina e cercare altrove.
A maggior ragione, una particolare attenzione andrebbe riposta nella comunicazione televisiva, dove il messaggio fa eco su un vastissimo pubblico. A tal proposito, in un recente articolo pubblicato dalla rivista «Nutrition and Cancer», si sollevano perplessità su un divulgatore di eccellenza, il medico americano Dr. Oz.
Maki Inoue-Choi e Sara J. Oppeener, epidemiologi dell’Università del Minnesota, sono andati alla ricerca delle fonti scientifiche di quanto affermato dal medico in tv durante una puntata speciale su alimentazione e cancro. In questa occasione in Dr. Oz avrebbe affermato che «indivia, cipolla rossa e branzino sarebbero miracolosi per il cancro dell’ovario, riducendone il rischio di oltre il 75%».
Il kaempferolo, un polifenolo dell’indivia, sarebbe in grado in vitro di indurre la distruzione delle cellule tumorali per apoptosi (morte cellulare programmata) e per inibizione dell’angiogenesi (il processo che guida la vascolarizzazione delle cellule tumorali). I flavonoidi delle cipolle rosse avrebbero anch’essi un ruolo nefasto sulle cellule tumorali dell’ovaio, così come gli acidi grassi omega 3 del branzino, i quali espleterebbero sempre sull’ovaio una funzione antiangiogenica.
Possiamo dunque parlare di cibi miracolosi? No! Dicono gli autori dell’articolo, invitandoci alla prudenza. Quel che si afferma va provato.
Da un’analisi attenta della letteratura si evince che la relazione tra indivia e cancro ovarico è stata analizzata in un solo studio prospettico osservazionale. In più nessuna relazione con il cancro dell’ovaio è stata dimostrata per altri vegetali, che contengono più kaempferolo dell’indivia.
Gli studi scarseggiano anche sulla relazione che intercorre tra cipolle rosse e cancro ovarico. Inoltre, continuano gli autori, non ci sono motivi per raccomandare proprio cipolle rosse per via dei flavonoidi, poiché alcune varietà di cipolle gialle ne contengono in misura maggiore.
La relazione tra acidi grassi omega 3 del pesce e cancro ovarico, infine, non è stata provata.
Povero Dr. Oz, finito “oggetto di studio” per attendibilità scientifica, a causa dell’effetto paradosso del successo.
Mi assale a questo punto un dubbio atroce. Qualche giorno fa, una paziente, entusiasta, mi ha decantato le lodi dei chetoni di lampone consigliati dal Dr. Oz per dimagrire.
Ne troverò mai traccia su Pubmed*?
*per i non addetti ai lavori, Pubmed è una banca dati che raccoglie la letteratura scientifica internazionale.
Per approfondimenti:
- Inoue-Choi M, et al. — Reality Check: There is No Such Thing as a Miracle Food — Nutr Cancer. 2013;65(2):165-8. doi: 10.1080/01635581.2013.748921
ma i ketoni ,quelli del DOTT. OZ ,sono di lamponi no di mirtilli .
Grazie mille per la segnalazione zonanutrizione. Ho riletto la mail della paziente e fatto un controllo in rete, in effetti il dr. Oz parla di chetoni di lampone, probabilmente si è confusa. Correggo il titolo. Il testo dell’articolo rimane invece fedele a quanto da me letto e riportato da Nutrition Cancer. Un saluto.