Nei giorni scorsi abbiamo parlato, nella Scuola di Ancel, di zucchero e di alcol e bevande nervine quali tè, caffè e cioccolata, ne abbiamo raccontato l’origine e abbiamo riflettuto su come il cibo possa influire sulla salute, ma anche sul destino di intere nazioni.
Questi nuovi alimenti non soddisfano le esigenze nutrizionali primarie né delle popolazioni delle aree di produzione, né di quelle delle zone di maggior consumo. Tuttavia, per quanto riguarda sia lo zucchero sia le bevande nervine zuccherate, il loro uso ha enormemente aumentato l’introito calorico di individui con stile di vita sempre più sedentario, con la ben nota diffusione di malattie metaboliche quali l’obesità e il diabete.
Per quanto riguarda invece le aree geografiche ex–coloniali, le monocolture di questi nuovi alimenti rendono i rispettivi Paesi esposti alle oscillazioni del mercato. Inoltre, le colture di alimenti di primaria necessità, come ad esempio i cereali, già ridotte per la competizione delle produzioni di tipo “coloniale” risentono sempre di più della riduzione di fertilità dei suoli, dovuta all’uso di fertilizzanti e pesticidi. Questa carenza di risorse alimentari è ulteriormente aggravata dalla crescita di popolazione.
Proprio il tentativo di affrontare questo problema ha portato oggi al successo della cosiddetta “rivoluzione genetica” in agricoltura, con il diffondersi di piante OGM (Organismi Geneticamente Modificati) più resistenti ad agenti nocivi ambientali e meno dipendenti da concimi e antiparassitari chimici, definite piante OGM di prima generazione.
Per adesso gli alimenti OGM permessi sono solo quelli di prima generazione, in gran parte usati come mangime animale (foraggio), per rendere più economica la produzione di carne. L’agricoltura per la produzione di foraggio, infatti, impegna molto più terreno di quello necessario per l’alimentazione umana, perché ci vogliono dai 20 ai 40 kg di prodotto per ogni chilogrammo di carne. Questa tecnologia compromette anche la biodiversità degli ambienti in cui è praticata.
Ora si è arrivati a parlare di alimenti OGM di seconda generazione, provenienti da piante modificate in modo da contenere nutrienti non presenti nella specie originaria.
Un approccio di questo genere potrebbe forse alleviare alcuni problemi nutrizionali in determinate aree del pianeta, ma a lunga scadenza potrebbe anche dar adito a ulteriori accesi dubbi e dibattiti di natura etica, economica e sociale.
Staremo a vedere quali innovazioni ancora ci prospetterà il futuro e quali rassicurazioni ci fornirà la Scienza.
Fonti:
- J. Diamond — Armi, acciaio e malattie — Einaudi, 2006
- J. Diamond — Collasso — Einaudi, 2005
- S.M. Mintz — Storia dello zucchero — Einaudi, 1990
- L. Mumford — La città nella storia. Dal santuario alla polis — Bompiani, 1997
- F.K. Kenneth, K. Coneè Ornelas — The Cambridge World History of Food — Cambridge University Press, 2000
- T.B. Veblen — La teoria della classe agiata — Einaudi, 1999
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