Una voce critica nei confronti di quanti vogliono metter bocca sull’alimentazione senza prima verificare la scientificità delle loro affermazioni. Prima di dar credito a consigli sull’alimentazione è sempre meglio verificare la qualità e le competenze della fonte da cui provengono. Dobbiamo essere consumatori critici, senza perdere il piacere di mangiare, per non ridurci a cavie di noi stessi con risultati deludenti sul nostro benessere.
Ecco dunque che cosa ci ha portato l’aver messo la nostra alimentazione in mano alla scienza e allo scientismo: ansia e confusione persino sulle questioni più basilari che riguardano il cibo e la salute, e una sempre minore capacità di godere di uno dei grandi piaceri della vita senza sensi di colpa o nevrosi.
Ma se da un lato il nutrizionismo ha le sue radici in un approccio scientifico al cibo, dall’altro è importante ricordare che non si tratta di una scienza ma di una ideologia, e che l’industria alimentare, la stampa e il governo sono anch’essi responsabili del suo successo nel condizionare il nostro modo di pensare e le nostre abitudini. Tutti e tre hanno contribuito ad amplificarne i messaggi: i giornalisti riportando acriticamente le ultime novità sulla dieta nelle prime pagine di quotidiani e riviste; gli industriali mettendo sul mercato discutibili pseudoalimenti sulla base di dubbie argomentazioni salutistiche; e il governo assumendosi il compito di emanare consigli ufficiali sull’alimentazione fondati su una scienza lacunosa e soggetti alla pressione delle lobby. I nuovi prodotti dell’industria alimentare hanno certamente contribuito a far sparire il vero cibo dai nostri piatti. Ma il potere dell’industria non sarebbe mai stato così grande se l’ideologia nutrizionista non avesse minato alla radice l’influsso della tradizione, delle abitudini e del buon senso — e dei valori trasmessi dalle nostre madri — sul nostro modo di mangiare.
Tutto ciò sarebbe sopportabile se i precetti del nutrizionismo ci avessero reso, se non più felici, almeno più sani. Ma non è cosi. Trent’anni di consigli nutrizionisti ci hanno lasciato più grassi, più malati e peggio nutriti. È questo il motivo delle nostre attuali difficoltà, che ci impongono di cambiare radicalmente il nostro modo di pensare riguardo all’alimentazione.
Per approfondimenti:
M. Pollan — In difesa del cibo — Adelphi, 2009