Si è svolto anche quest’anno lo scorso 10 ottobre l’Obesity Day, manifestazione organizzata dall’ADI (Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica), rivolta alla sensibilizzazione nazionale sulla problematica del sovrappeso per la salute. Molte le iniziative rivolte alla popolazione, svolte in tutta Italia, e molte altre si terranno anche nei prossimi giorni.
L’obesità è ormai una patologia epidemica e gli interventi di prevenzione, finora, si sono dimostrati inefficaci anche in Italia, perché basati sul paradigma della responsabilità personale, invece di essere rivolti alla sfera collettiva. In sintesi: «Se mangi è tua responsabilità», ma la domanda che nasce spontanea è: chi è in grado di resistere alle continue tentazioni che ogni giorno si presentano? Bisogna lavorare, quindi, per contrastare l’ambiente obesogeno attuale e rendere al contrario più facili le scelte salutari.
Quest’anno, in particolare, l’attenzione è stata rivolta al preoccupante connubio che vede la patologia dell’obesità intrecciarsi a una condizione di povertà e stenti economici. Gli studi di sorveglianza nutrizionale hanno evidenziato come questa problematica è, infatti, più frequente tra i gruppi con minore livello d’istruzione e di reddito. I comportamenti alimentari sono spesso influenzati dal benessere economico familiare e oggi il junk food, cibo spazzatura svuotato di genuinità e di un reale valore nutrizionale, e gli alimenti più ricchi di zuccheri e grassi di bassa qualità, sono economici e convenienti.
Ricordiamoci quindi che anche in tempo di crisi economica è sempre necessario mantenere uno stile di vita attivo (che può costarci anche solo il prezzo di un paio di scarpe da ginnastica) e seguire corrette scelte alimentari di qualità, per non compromettere la nostra salute.
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