Il glutine è una proteina contenuta in molti tipi di cereali; alcune persone sono incapaci di digerirla e la sua ingestione, anche a basse dosi, causa malessere: sono i celiaci. Da pochi anni si parla anche di un’altra malattia legata al glutine, chiamata sensibilità al glutine non celiaca (ne abbiamo parlato tempo fa), che colpisce molte persone e la cui diagnosi è estremamente difficile, non esistendo un test per individuarla.
Una recente ricerca italiana forse può risolvere la situazione. In questa review sono stati presi in esame molti lavori, cercando di capire se ci fossero delle condizioni comuni nelle persone colpite da questa condizione. In particolare, ci si è soffermati sulle reazioni non IgE-mediate (ovvero si sono scartate le allergie propriamente dette, quelle causate dagli anticorpi di classe IgE). L’insieme delle ricerche esaminate dà un totale di 276 casi di gluten sensitivity e si è trovato che i pazienti a cui è stata diagnosticata questa condizione presentano:
- anticorpi di tipo IgG contro il glutine (per questo gli autori dello studio la chiamano allergia non IgE-mediata);
- l’attivazione di alcuni globuli bianchi chiamati basofili se testati in vitro;
- modificazioni nella flora intestinale.
La privazione di glutine soprattutto gioca su quest’ultimo fattore, ristabilendo un tipo diverso di flora, cosa che spesso riesce a diminuire o eliminare i sintomi. Questa ricerca non è certo la chiave di volta per la cura di questa condizione, ma è un inizio e, forse, è anche un possibile aiuto per la diagnosi.
Fonti:
Carroccio A, et al. — Non-Celiac Wheat Sensitivity as an Allergic Condition: Personal Experience and Narrative Review. — Am J Gastroenterol. 2013 Oct 29. doi: 10.1038/ajg.2013.353