Pubblichiamo oggi il contributo del dottor Luca Muzzioli sulla curcuma
La curcuma deriva dal rizoma della pianta Curcuma longa. La spezia di colore dorato che se ne ricava è utilizzata nella preparazione di numerosi piatti nel subcontinente indiano. L’India è infatti una delle principali nazioni produttrici e la maggiore esportatrice di tale spezia, tanto che per questo motivo la curcuma è anche chiamata l’oro indiano.
La curcuma è stata menzionata per la prima volta da Marco Polo nel Milione e venduta inizialmente in Europa da mercanti arabi. Ma è solo durante la dominazione britannica in India che la curcuma è stata realmente introdotta in occidente, in combinazione con altre spezie in quello che viene comunemente chiamato “curry”.
Dal punto di vista alimentare la curcuma è utilizzata in cucina per:
- conservare i cibi, grazie al suo effetto antiossidante;
- colorare gli alimenti;
- aggiungere sapore alle preparazioni culinarie.
La spezia è facilmente conservabile anche oltre i sei mesi in un luogo fresco e al riparo dalla luce per non perdere i suoi effetti antiossidanti e si associa bene ai piatti a base di fagioli, pollo, lenticchie, agnello, riso, frutti di mare. Se ne raccomanda l’uso in associazione con pepe nero e alimenti di origine lipidica (ad esempio l’olio d’oliva) che ne aumentano l’assorbimento a livello intestinale. Per un approfondimento culinario raccomando un blog (in inglese) ricco di ricette a base di curcuma: The Turmeric Kitchen.
Da più di 2500 anni la curcuma è utilizzata nelle credenze della medicina ayurvedica (ayurveda significa “scienza di lunga vita”) come rimedio per numerosi disturbi e malattie. È difatti utilizzata come antisettico, analgesico, antiossidante1, antinfiammatorio2, antimalarico, repellente per insetti e nella guarigione delle ferite. Molte di queste credenze sono state studiate e verificate dalla moderna ricerca scientifica.
Alla base di queste numerose proprietà c’è la presenza nella sua composizione di una larga varietà di composti fitochimici, tra i quali spiccano la curcumina e 3 suoi analoghi (diferuloilmetano, demetossicurcumina e bisdemetossicurcumina)3. La curcumina è l’agente responsabile del colore dorato della curcuma ed è riconosciuta come responsabile di numerosi effetti terapeutici. Da alcuni anni anche la medicina clinica si sta interessando delle proprietà benefiche della curcuma e dei suoi possibili effetti e impieghi nella clinica e nella farmaceutica.
I risultati più promettenti derivati da studi sugli esseri umani sono stati riscontrati contro le condizioni infiammatorie, alcuni tipi di cancro, il diabete, la sindrome dell’intestino irritabile, l’acne e le fibrosi4. I meccanismi molecolari responsabili di tali effetti sono molteplici, difatti a livello metabolico la curcumina e i suoi analoghi sono coinvolti in numerosi processi cellulari localizzati in diversi distretti dell’organismo. Tra le molecole bersaglio dell’azione della curcumina troviamo le seguenti, di cui citiamo tra parentesi alcuni esempi:
- fattori di trascrizione (STATx, b-catenina, AP-1);
- citochine (Interleuchine, TNF);
- fattori di crescita (TGF-b, PDGF, VEGF);
- chinasi (TK, PhK, CDPK);
- recettori (LDL-R, IL-8-R);
- enzimi (ATPasi, Telomerasi, Desaturasi)5.
Fonti:
- Ammon HP, Wahl MA — Pharmacology of Curcuma longa — Planta Med. 1991 Feb;57(1):1-7
- Sreejayan, Rao MN — Nitric oxide scavenging by curcuminoids — J Pharm Pharmacol. 1997 Jan;49(1):105-7
- Chattopadhyay I, et al. — Turmeric and curcumin: Biological actions and medicinal applications — Curr Sci 2004;87:44–50
- Gupta SG, et al. — Multitargeting by turmeric, the golden spice: From kitchen to clinic — Mol Nutr Food Res. 2013 Sep;57(9):1510-28. doi: 10.1002/mnfr.201100741
- Aggarwal BB, et al. — Curcumin: the indian solid gold — Adv Exp Med Biol. 2007;595:1-75