Pubblichiamo oggi il contributo della dottoressa Manuela Fè, Biologo Nutrizionista, su geni e obesità
Spesso viene da chiederci come venga regolato il peso corporeo; ci confrontiamo con amici e colleghi e ci rendiamo conto che ci sono persone che riescono a mantenere un peso molto contenuto senza troppi sforzi e altre in lotta perenne con la loro bilancia. Sentiamo parlare di metabolismo più o meno elevato, di ipo- o ipertiroidismo, di costituzione corporea, di stato ormonale, di quanto possa incidere lo stress e così via.
Anche gli scienziati si chiedono da tempo quali meccanismi possano regolare il peso corporeo di una persona e molti studi evidenziano l’influenza dei fattori genetici. In particolare, è stato recentemente studiato il polimorfismo di un gene chiamato FTO (Fat Mass and Obesity-associated) direttamente correlato con l’Indice di Massa Corporea e quindi chiaramente collegato all’aumento del rischio di obesità.
Si stima che, in Europa, il 60% della popolazione sia portatore di una o più copie dell’allele più sfavorevole (FTO SNP rs9939609), che predispone all’obesità e determina la massima acquisizione di peso imputabile al solo fattore genetico. La distribuzione di questo allele presenta però marcate differenze a livello etnico; ad esempio è presente solo nel 17% della popolazione asiatica.
Ma che cosa comporta essere tra gli sfortunati che possiedono questa combinazione genetica? Si tratta veramente di persone destinate irrimediabilmente a essere sempre in lotta con il proprio peso, o peggio a non riuscire a dimagrire qualunque sforzo esse compiano? In realtà le cose non sono così tragiche. Infatti, gli effetti di queste varianti genetiche sono comunque modesti: gli individui omozigoti per la variante più sfavorevole del gene FTO, ad esempio, sono predisposti per un innalzamento del peso di 3 kg, mentre gli eterozigoti devono aspettarsi un incremento di solo 1,5 kg.
Molti studi hanno esaminato l’influenza delle varianti del gene FTO sull’appetito, l’assunzione del cibo e il dispendio energetico. Soggetti omozigoti per l’allele rs9939609 mangiano significativamente di più, hanno ridotta sazietà e preferiscono cibi a elevato contenuto calorico. Meno chiara è l’associazione con l’altra metà dell’equazione del bilancio energetico, ovvero il livello di attività fisica.
La nostra composizione genetica può quindi essere responsabile di una propensione verso il cibo, del nostro piacere di mangiare, ma non è detto che sia l’unica e reale causa di sovrappeso e obesità. Possiamo quindi tirare un sospiro di sollievo? Sicuramente la vera causa dell’obesità è il risultato di un’interazione tra genetica e ambiente; il dibattito su quale dei due fattori abbia maggior “peso” è ancora aperto.
Fonti:
- Cheung MK, Yeo GS — FTO Biology and Obesity: Why Do a Billion of Us Weigh 3 kg More? — Front Endocrinol (Lausanne). 2011 Feb 22;2:4. doi: 10.3389/fendo.2011.00004
ma nessuno parla del fatto che c’è chi brucia di più e chi di meno?facendo la medesima attività fisica e mangiando uguale?possibile che si parli sempre e solo di alterato senso di sazietà.come se chi ingrassa necessariamente mangiasse di più e peggio di chi non ingrassa?
ingrassare è un processo molto complesso e assolutamente personale. In linea generale si ingrassa effettivamente quando si mangia troppo o troppo male, ma queste due condizioni sono assolutamente individuali. Ognuno di noi ha un metabolismo proprio, con un consumo calorico quotidiano che varia a seconda di quello che si fa durante la giornata e della struttura fisica. Chi “mangia tanto e non ingrassa” semplicemente mangia in maniera tale (come quantità e come qualità) che non superi quello di cui ha bisogno, alle persone a cui “basta respirare per ingrassare” spesso invece si può far notare che mangiano addirittura troppo poco, sfogandosi poi con crackers, grissini e molte altre cose poco salutari.
Anche a parità di attività i consumi possono essere diversi, come dicevo sopra anche la composizione corporea conta. Il fatto è che non c’è un peggio o un meglio assoluto, è sempre relativo alla persona a cui ci si riferisce.