Gli articoli del Premio Ancel Keys non sono soggetti a editing da parte della redazione
Il concetto di Dieta Mediterranea entrò a far parte del nostro vocabolario dagli anni cinquanta, quando Ancel Keys scoprì (attraverso lo studio delle Sette nazioni), che le popolazioni presenti sul Mediterraneo (Italia e Grecia) avevano una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari e tumorali in confronto con le altre popolazioni studiate.
Nel corso degli ultimi anni si è sempre più diffusa la volontà di studiare e capire il ruolo della Dieta Mediterranea in relazione allo stato di salute dell’individuo.
Nel 2003 Trichopoulou e collaboratori misero in atto uno strumento per capire il grado di aderenza a uno specifico stile alimentare, stabilendo un punteggio di aderenza che prendeva in considerazione i principali gruppi alimentari della Dieta Mediterranea (pane, pasta, frutta, verdura, pesce, legumi, vino rosso in moderazione, olio di oliva), dando un punteggio maggiore alle persone che consumavano questi alimenti in misura maggiore della media della popolazione.
Ne è risultato che, su una popolazione di oltre 20.000 persone seguite per 44 mesi, il rischio di mortalità era inversamente correlato al grado di aderenza alla Dieta Mediterranea valutato attraverso l’elaborazione di questo punteggio.
Un altro studio recente ha confermato il valore della Dieta Mediterranea per la nostra salute e longevità e questo è stato possibile attraverso una meta-analisi per la quale sono stati considerati dodici studi di popolazione (sei su popolazioni mediterranee, cinque su popolazioni nord americane, uno su una popolazione australiana) che globalmente avevano studiato circa un milione e mezzo di persone per un periodo di follow up che andava dai tre ai diciotto anni.
Dall’analisi globale degli studi selezionati è stato possibile evidenziare che un aumento di due punti del punteggio di aderenza alla Dieta Mediterranea determinava una riduzione del 9% della mortalità totale, del 9% della mortalità e/o incidenza di malattie cardiovascolari, del 6% di incidenza e/o mortalità per malattie tumorali e del 13% di incidenza di morbo di Alzheimer e sindrome di Parkinson.
Ma oltre a questi, numerosi altri studi confermano che la Dieta Mediterranea, insieme all’attività fisica, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, il diabete e alcuni tipi di tumore (colon retto, mammella, prostata, pancreas, endometrio). Inoltre, l’assunzione di cibi freschi e integrali permette una maggiore disponibilità e utilizzo di micronutrienti e antiossidanti.
La Dieta Mediterranea promuove anche maggiore consapevolezza alimentare e legame col territorio, conoscenza di stagionalità, biodiversità e naturalità degli alimenti.
Inoltre è diventata espressione anche di un concetto più esteso, comprendendo nella definizione anche la convivialità, il modo di cucinare, il risposo, l’attività fisica e tutto ciò che è legato al concetto di sana e corretta alimentazione.
Essa è pure espressione dell’intero sistema storico e culturale del Mediterraneo; è una tradizione alimentare millenaria che si tramanda di generazione in generazione, promuovendo non solo la qualità degli alimenti e la loro caratterizzazione territoriale, ma anche il dialogo tra i popoli.
C’è da ricordare infatti che dal 16 novembre 2010 l’UNESCO ha incluso la Dieta Mediterranea nella “Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”, affermando così il valore anche culturale di questo grande patrimonio dei popoli del Mediterraneo.
Abbiamo quindi un grande patrimonio invidiatoci da tutto il mondo che oltre a essere “buono” ha un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie e nel mantenimento di un corretto stile di vita e che è bene quindi mantenere e divulgare il più possibile.
Fonti:
- Sofi F, et al. — Adherence to Mediterranean diet and health status: meta-analysis — BMJ. 2008 Sep 11;337:a1344. doi: 10.1136/bmj.a1344
- I benefici della Dieta Mediterranea