Gli articoli del Premio Ancel Keys non sono soggetti a editing da parte della redazione
La storia della Dieta Mediterranea è costellata di paradossi. Viene di fatto teorizzata da Ancel Keys, un fisiologo americano rimasto letteralmente folgorato dalle sue numerose visite nel sud dell’Italia, e diventa il modello alimentare per eccellenza, grazie a tutta una serie di evidenze che la indicano come autentico scudo salvavita contro le principali patologie dell’occidente.
Appena qualche decennio dopo finisce per essere abbandonata miseramente proprio dai popoli che almeno sulla carta ne possiedono il copyright1,2. Sì, perché la Dieta Mediterranea perde colpi, e lo fa soprattutto nelle zone del bacino del Mediterraneo tradizionalmente legate a questo modello basato su un ampio consumo di frutta, verdura, cereali, olio d’oliva e uso moderato di alcol ai pasti. È da tempo che queste popolazioni, nonostante i rinomati vantaggi per la salute cardiovascolare e anche contro i tumori3, stanno abbandonando la Dieta Mediterranea. Solo che ora il trend negativo ha subìto un’accelerazione spaventosa. E non lo dice solo la scienza, a cui non resta che testimoniare i benefici di un modello che nessuno segue più, ma anche i dati di consumo. La verità è che la crisi sta davvero minacciando la Dieta Mediterranea2.
I dati relativi ai consumi degli italiani sono tutt’altro che incoraggianti. Meno pesce, meno olio d’oliva, meno frutta, più carne e più prodotti di bassa qualità e dubbia provenienza. È tutto al negativo il trend che caratterizza il carrello dei connazionali. Alla sbarra degli imputati, ormai, la crisi economica ci finisce di diritto. Se da sempre basso reddito è sinonimo di peggiore qualità alimentare, come mostrano chiaramente dati provenienti da ogni latitudine del globo, le disuguaglianze socioeconomiche rischiano di subire un’accelerazione proprio a causa della pessima congiuntura economica che caratterizza questi ultimi anni.
E quando il portafoglio si assottiglia, è il girovita a crescere a dismisura, al contrario di quanto si possa credere. Se storicamente la Dieta Mediterranea ha caratterizzato l’alimentazione dei più poveri, nel nostro secolo il modello mediterraneo se lo possono permettere solo i più facoltosi.
Dati recenti, condotti su oltre 20.000 italiani, hanno infatti mostrato che un basso reddito spinge le persone a tagliare considerevolmente la qualità della spesa alimentare, indirizzando le loro scelte verso cibi di scarso valore nutrizionale e che spesso si accompagnano a una dubbia provenienza4.
Quando pesce, frutta, verdura e olio d’oliva, per citarne alcuni, cominciano a scarseggiare, il fardello dei fattori di rischio per malattie cardiovascolari e tumori inizia a crescere pericolosamente.
Il modello alimentare che ha reso l’Italia, insieme ad altri paesi come Grecia, Spagna o Marocco, quasi immune agli attacchi delle più temibili malattie del nostro secolo, sta di fatto soccombendo sotto il peso di uno stile di vita non più sopportabile. L’Italia, il paese in cui Ancel Keys formalizzò la salubrità del regime alimentare mediterraneo e dove trascorse buona parte della sua vita, sta letteralmente franando sotto il peso di abitudini alimentari, e di vita in generale, che non è più sostenibile. Non a caso, sono proprio due regioni del sud (Campania e Molise) a detenere il record di regioni più grasse d’Italia. Anche perché se è vero che la Dieta Mediterranea indica sostanzialmente come comportarsi a tavola, è altrettanto vero che il modello di vita dei popoli di un tempo era anche scandito da un’attività fisica costante, campo in cui gli italiani sono ancora tra i più deludenti d’Europa.
Appare ovvio che parlare dei benefici della Dieta Mediterranea ora non basta più. Bisogna creare le condizioni affinché le persone possano tornare a praticare i princìpi di una sana alimentazione. Soprattutto, bisogna evitare che siano proprio i più deboli a pagare il prezzo più alto di questo progressivo allontanamento da questo modello alimentare che da secoli garantisce lunga vita alle popolazioni del Mediterraneo.
Fonti:
- Bonaccio M, et al. — Decline of the Mediterranean diet at a time of economic crisis. Results from the Moli-sani study — Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2014 Aug;24(8):853-60. doi: 10.1016/j.numecd.2014.02.014
- León-Muñoz LM, et al. — Adherence to the Mediterranean diet pattern has declined in Spanish adults — J Nutr. 2012 Oct;142(10):1843-50
- Sofi F, et al. — Accruing evidence on benefits of adherence to the Mediterranean diet on health: an updated systematic review and meta-analysis — Am J Clin Nutr. 2010 Nov;92(5):1189-96. doi: 10.3945/ajcn.2010.29673
- Bonaccio M, et al. — Low income is associated with poor adherence to a Mediterranean diet and a higher prevalence of obesity: cross-sectional results from the Moli-sani study — BMJ Open. 2012 Nov 19;2(6). pii: e001685. doi: 10.1136/bmjopen-2012-001685