Che l’ipertensione arteriosa fosse un fattore di rischio cardiovascolare si sapeva da anni, così come è noto da tempo che seguire un piano alimentare basato sulla Dieta Mediterranea contribuisce a ridurre il rischio di subire un aumento della pressione arteriosa.
Di recente è stato scoperto un altro fattore di rischio, sempre connesso alla pressione arteriosa. Stiamo parlando della variabilità della pressione arteriosa (BPV). Come sapete, infatti, il valore della pressione arteriosa non è un parametro fisso ma varia invece continuamente durante la giornata ed è soggetto a vari fattori, come ad esempio lo stress improvviso (uno degli esempi più evidenti a tutti è il cosiddetto “effetto camice bianco”), di cui soffrono alcuni pazienti, e che causa un innalzamento dei valori misurati in studio dal personale sanitario rispetto ai valori ottenuti a casa propria, quando si è più rilassati.
Di recente si è scoperto che un’elevata “variabilità” dei valori registrati costituisce un ulteriore aumento del rischio cardiovascolare1.
In questi giorni è in uscita sull’«American Journal of Hypertension» un articolo2 che cerca di spiegare se le differenti abitudini alimentari riescono anch’esse a influenzare malattie cardiovascolari. Un gruppo di ricerca degli istituti di Cardiologia e Neurologia dell’Università di Hong Kong ha analizzato in maniera prospettica 274 pazienti consecutivi affetti da coronaropatia stabile. In questi pazienti, che sono stati seguiti per un periodo di 6-7 anni (periodo esatto 77±12 mesi) è stato valutato (oltre alla rilevazione della pressione arteriosa e della sua variabilità) un indice di aderenza a uno stile alimentare “mediterraneo”: Mediterranean Diet Score (MDS). Inoltre, tra i parametri monitorati durante lo studio, è stata registrata anche l’eventuale presenza di importanti eventi cardiovascolari (Major Adverse Cardiovascular Events – MACEs cioè casi di infarto, angina o simili) nonché tutti i casi di morte, indipendentemente dalla correlazione con la patologia coronarica (quindi, ad esempio, anche i casi di morte accidentale o non dovuta a patologie cardiovascolari). Alla fine del periodo di studio la mortalità complessiva era dell’11,3%. Si è osservato che i pazienti che subivano dei MACEs avevano mediamente un MDS più basso e si è anche osservato che i pazienti che avevano avuto un ictus avevano anch’essi un MDS più basso dei pazienti che non lo avevano subito.
Dopo ulteriore analisi si è osservato che un alto MDS si comportava da fattore predittivo indipendente per una bassa BPV sistolica e che esercitava un effetto protettivo contro il rischio di un ictus successivo.
Fonti:
- Floras JS — Blood pressure variability: a novel and important risk factor — Can J Cardiol. 2013 May;29(5):557-63. doi: 10.1016/j.cjca.2013.02.012
- Lau KK, et al. — Mediterranean-Style Diet Is Associated With Reduced Blood Pressure Variability and Subsequent Stroke Risk in Patients With Coronary Artery Disease — Am J Hypertens. 2014 Oct 28. pii: hpu195