In commercio ci sono alimenti addizionati con fitosteroli e sono anche molto diffusi e pubblicizzati. Ma funzionano? E sappiamo bene di cosa stiamo parlando?
Si raggruppa sotto il nome di fitosteroli (steroli vegetali e stanoli) un insieme di molecole presenti in frutti, ortaggi, noci, semi oleosi, legumi e oli vegetali come componenti della membrana cellulare vegetale e simili al colesterolo (il quale è solo di derivazione animale). Non sono sintetizzabili dall’uomo, perciò vengono esclusivamente introdotti con l’alimentazione: in media tra i 200 e i 400 mg al giorno (200-400 di steroli, 20-50 mg di stanoli cioè steroli esterificati); sebbene la quantità aumenti con il consumo di frutta e verdura, anche nei vegetariani non si superano i 500-600 mg al giorno.
Quando questi composti raggiungono l’intestino, entrano in competizione con il colesterolo presente nella dieta, ne impediscono l’assorbimento e vengono assimilati al suo posto in minima quantità. Perciò, anche se queste molecole possono indurre un rischio cardiovascolare, non entrano in circolo se non in casi rarissimi. Inoltre la loro efficacia cessa nel momento in cui non vengono più assunte e quindi non proteggono da un aumento di colesterolo nella dieta.
Quando si parla di alimenti addizionati con steroli vegetali, si intendono prevalentemente latte e derivati, bevande a base di soia, margarine o pane in cui viene aggiunto un complesso di steroli liberi o stanoli (fitosteroli, esteri di fitosteroli, fitostanoli o esteri di fitostanoli) proveniente principalmente da olio di soia o semi, ma anche da altre piante come il pino.
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che questi alimenti riducono più del 10% del valore plasmatico del colesterolo LDL, oltre alla riduzione ottenuta tramite altre integrazioni o terapie. Alcuni dati permettono di ipotizzare anche un’efficacia nel ridurre i livelli di trigliceridi leggermente sopra la norma, ma non si ritiene funzioni in soggetti con livelli molto alti. Una porzione di latte fermentato (il prodotto più diffuso in Italia) è addizionato con circa 1,6 g, dose ritenuta efficace se unita a una Dieta Mediterranea. Questo perciò significa che il consumo regolare è utile solo per persone che hanno livelli di colesterolo totale alti, ma vicini ai valori normali oppure da chi, pur avendo iniziato una terapia farmacologica, deve aumentarne l’efficacia. Ovviamente, soprattutto in questo ultimo caso, è indispensabile parlarne al medico.
Mancano invece dati sperimentali su un eventuale effetto preventivo, cioè su soggetti con i valori di colesterolo nella norma, ma con familiarità o rischio cardiovascolare.
In Europa è stata autorizzata l’aggiunta di steroli vegetali agli alimenti, a condizione che il consumo totale giornaliero previsto non superi 2,5/3 g. Infatti si teme che l’assunzione di quantità eccessive per lunghi periodi (da uno a dodici mesi) possa diminuire il livello dei carotenoidi plasmatici: una carenza di β-carotene può avere conseguenze, soprattutto in condizioni di maggiore richiesta di vitamina A (di cui è il precursore) come in gravidanza, allattamento o infanzia. Poiché la letteratura scientifica riporta risultati contrastanti, si sceglie la massima precauzione e si suggerisce a chi fa uso di questi alimenti di fare attenzione a inserire nella dieta almeno cinque porzioni di frutta e verdura.
Inoltre non è possibile escludere a priori che i fitosteroli estratti dalla soia possano contenere residui tali da indurre reazioni allergiche in soggetti già sensibilizzati alla soia o alle arachidi.
In sintesi: i prodotti in commercio sono destinati esclusivamente a persone che vogliono ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, e non c’è motivo di usarli a scopo preventivo. Inoltre è opportuno che coloro che stanno assumendo farmaci, soprattutto a causa di livelli elevati di colesterolo, o che soffrono di allergie informino il loro medico curante prima di introdurli nella dieta.
Per approfondimenti:
- EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA) — Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to plant sterols and plant stanols and maintenance of normal blood cholesterol concentrations (ID 549, 550, 567, 713, 1234, 1235, 1466, 1634, 1984, 2909, 3140), and maintenance of normal prostate size and normal urination (ID 714, 1467, 1635) pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/2006 – EFSA Journal 2010;8(10):1813[22 pp.]. doi:10.2903/j.efsa.2010.1813
- European Commission Directorate-General for Research FP7 cooperation-Food — Functional Foods — Luxembourg: Publications Office of the European Union 2010 doi 10.2777/85512 2010
- Ras RT, et al. — LDL-cholesterol-lowering effect of plant sterols and stanols across different dose ranges: a meta-analysis of randomised controlled studies — British Journal of Nutrition (2014), 112, 214–219 doi:10.1017/S0007114514000750
- Eilat-Adar S, et al. — Nutritional Recommendations for Cardiovascular Disease Prevention — Nutrients 2013, 5, 3646-3683; doi:10.3390/nu5093646
- Gylling H, et al. — Plant sterols and plant stanols in the management of dyslipidaemia and prevention of cardiovascular disease — Atherosclerosis 232 (2014) 346-360