I popoli della terra hanno sempre saputo, da quando gli dei hanno loro insegnato a coltivare i campi, che i cereali, con i legumi e occasionalmente altri semi, sono l’alimento dell’uomo. Nelle Americhe ancora oggi i poveri mangiano tortillas e fagioli neri, in Nord Africa semola di grano (il cus cus) e ceci, in Africa nera miglio e arachidi, in Oriente riso e soia, in Italia pasta e fagioli.
I cereali, purché mangiati nella loro integralità, associati ai legumi, a una certa quota di semi oleosi, di verdure e occasionalmente a cibo animale, offrono una perfetta combinazione alimentare, con la giusta quantità di carboidrati (che ci garantiscono una costante disponibilità di energia per la vita quotidiana), di proteine (complete di tutti gli aminoacidi indispensabili per il ricambio delle strutture cellulari), di grassi di buona qualità (che assicurano il funzionamento di complessi sistemi biofisici e biochimici che controllano l’equilibrio dell’organismo), di fibre indigeribili (che nutrono migliaia di miliardi di microbi che convivono nel nostro intestino contribuendo alla nostra nutrizione e alla nostra salute), di vitamine, di sali minerali e di una infinità di altri fattori che da un lato sono indispensabili al corretto svolgimento di reazioni chimiche vitali e dall’altro ci proteggono da sostanze tossiche estranee o prodotte dal nostro stesso metabolismo.
Nei paesi occidentali ricchi, soprattutto nel corso dell’ultimo secolo, lo stile alimentare si è progressivamente discostato da questo schema tradizionale dell’alimentazione dell’uomo per privilegiare cibi che un tempo dai più erano mangiati solo eccezionalmente […]. Questo modo di mangiare sempre più “ricco” di calorie, di zucchero, di grassi e di proteine animali, ma in realtà “povero” di alimenti naturalmente completi, ha contribuito grandemente allo sviluppo delle malattie tipiche dei paesi ricchi: l’obesità, la stitichezza, il diabete, l’ipertensione, l’osteoporosi, l’ipertrofia prostatica, l’aterosclerosi, l’infarto del miocardio, le demenze senili, le malattie degenerative senili degli occhi, molti tumori, fra cui quelli più frequenti, dell’intestino, della mammella, della prostata.
Ormai è riconosciuto il ruolo che lo stile alimentare ha sulla nostra salute in termini di rischio di malattia ma anche in termini di prevenzione.
Il professor Franco Berrino, autore del libro Il cibo dell’uomo, guida il lettore nella scelta alimentare e nutrizionale più corretta. E non lo fa, come tanti, per seguire una moda ma con la convinzione che scaturisce dalla sua esperienza di medico, patologo, epidemiologo e da promotore di grandi studi che ha condotto al riguardo.
Per approfondimenti:
F Berrino — Il cibo dell’uomo — Franco Angeli, 2015