Pubblichiamo oggi il contributo della dottoressa Sonia Croci, Biologa Nutrizionista, sul ruolo dell’alimentazione in caso di fibroma uterino
I fibromi uterini, chiamati leiomiomi in ambito medico, sono tumori benigni che si formano nell’età riproduttiva della donna, con un’incidenza maggiore tra le donne di colore. Possono provocare cicli mestruali molto abbondanti, nei casi più gravi determinano anemia, disturbi urinari, aborto e perdite tra un ciclo e l’altro. Talvolta, però, non causano nessun disturbo.
L’eziologia non è ben chiara. Si ha una componente genetica che sembra incidere con una variabilità a carico di diversi cromosomi (12, 14, 6, 10, 3, 7) e una componente ambientale (stile di vita, alimentazione e attività fisica).
Fare attività fisica moderata e costante almeno quattro ore a settimana sembra avere una correlazione inversa con lo sviluppo dei fibromi uterini. Al contrario, un BMI elevato e una vita sedentaria vengono significativamente associati a un rischio maggiore di sviluppo di fibromi in età pre-menopausa.
Una giusta attività fisica, unita a una buona alimentazione, può quindi aiutare a prevenire la formazione di fibromi uterini. Vediamo insieme le classi di alimenti e i nutrienti più studiati correlati con questa patologia.
Frutta e verdura
Dal punto di vista nutrizionale il consumo di frutta e verdura è inversamente correlato al rischio di sviluppo di fibromi, con un’associazione più forte per la frutta rispetto alla verdura. Essendo ricca di vitamine, sali minerali, isoflavonoidi, carotenoidi, antiossidanti e fitoestrogeni, la frutta agisce come nutraceutico; inibisce la proliferazione cellulare, favorendo l’apoptosi o attraverso percorsi ormono-dipendenti.
Anche il consumo di agrumi è indicato: la vitamina A svolge un’azione protettiva nei confronti dell’organismo. Ulteriori studi sono però necessari per confermare tale risultato, in quanto sembra essere la vitamina A, come tale e non preformata (beta-carotene), a svolgere l’azione benefica.
Fibre e cereali raffinati
I carboidrati raffinati sembrano avere un ruolo nello sviluppo di malattie ormono-correlate. I meccanismi biologici coinvolti possono essere vari; uno di questi è correlato allo sviluppo di iperglicemia, insulino-resistenza e iperinsulinemia. L’iperinsulinemia aumenta i livelli di estrogeni attraverso la diminuzione della concentrazione della globulina legante ormoni sessuali, in quanto ne inibisce la produzione epatica. L’iperinsulinemia aumenta anche l’IGF-1, fattore di crescita insulino-simile. IGF-1 è stato misurato nel plasma di donne con e senza fibromi in un studio trasversale che ha trovato un’associazione inversa nelle donne bianche, ma non ha trovato nessuna associazione in donne di colore.
È necessario quindi approfondire per vedere se realmente esiste una correlazione tra consumo di cereali raffinati, iperinsulinemia e rischio di sviluppo dei fibromi.
Carne
Le donne con fibromi uterini riferiscono un consumo più frequente di carne di manzo, prosciutto e altre carni rosse. Questo dato viene riportato in diversi studi scientifici.
Pesce
È stata trovata anche un’associazione tra l’eccessivo consumo di pesce allevato e lo sviluppo di leiomioma. Questa associazione è probabilmente dovuta alla diversa componente dietetica del Paese dell’allevamento. Ad esempio, i PCB (policlorobifenili) possono essere più o meno presenti nel pesce a seconda della provenienza.
Vitamina D
Recentemente è emerso un ruolo protettivo della vitamina D sui fibromi uterini. È stata vista infatti una concentrazione più bassa di vitamina D nelle donne con fibromi rispetto alle donne non colpite. Bassi livelli sierici di questa vitamina sono stati collegati anche a un aumento del rischio di diverse malattie croniche, tra cui molti tipi di tumori, malattie cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni e diversi tipi di infezioni batteriche e virali. È necessario per questo introdurla adeguatamente con l’alimentazione. La vitamina D si trova nella carne dei pesci grassi di mari freddi e negli oli di fegato di pesce, principalmente. Piccole quantità di vitamina D si trovano anche nel fegato di manzo, nei formaggi e nel tuorlo d’uovo. Anche alimenti arricchiti forniscono una discreta quantità di vitamina D.
Va inoltre considerato che diverse evidenze scientifiche correlano la carenza di vitamina D con un’elevato BMI (un aumento del 10% di BMI porta a una diminuzione di concentrazione del 4%). La carenza di vitamina D potrebbe quindi esercitare effetti negativi per la salute e aumentare il rischio di fibromi uterini.
Riassumendo, i risultati dei diversi studi trovati in letteratura riportano le seguenti evidenze:
- un basso apporto di frutta e verdura può essere associato a un aumentato rischio di fibromi uterini;
- la carenza di vitamina D sembra incidere sullo sviluppo di leiomioma, i meccanismi diretti o indiretti alla base di questo effetto sono ancora da chiarire;
- la valutazione del livello di assunzione di pesce e carne è da approfondire.
In conclusione si può affermare che saranno necessari altri studi per approfondire i diversi meccanismi alla base dello sviluppo dei fibromi uterini, e che andranno analizzate ulteriori classi di alimenti per individuarne la correlazione con tale patologia.
Fonti:
- Parazzini F, et al. — Dietary Components and Uterine Leiomyomas: A Review of Published Data — Nutr Cancer. 2015;67(4):569-79. doi: 10.1080/01635581.2015.1015746
- He Y, et al. — Associations between uterine fibroids and lifestyles including diet, physical activity and stress: a case-control study in China — Asia Pac J Clin Nutr. 2013;22(1):109-17. doi: 10.6133/apjcn.2013.22.1.07
- Wise LA, et al. — Intake of fruit, vegetables, and carotenoids in relation to risk of uterine leiomyomata — Am J Clin Nutr. 2011 Dec;94(6):1620-31. doi: 10.3945/ajcn.111.016600