Pubblichiamo oggi il contributo della dottoressa Livia Diotallevi sulla cannella
La Cannella, spezia ormai diffusa in tutto il mondo, si ricava da fusti e ramoscelli di piante del genere Cinnamomum ed è per questo anche nota con il nome di cinnamomo.
È usata prevalentemente per aromatizzare dolci, liquori e tè nei paesi occidentali, mentre in quelli orientali è usata anche nella preparazione di piatti salati.
La cannella ha proprietà che vanno molto al di là della semplice funzione aromatizzante in cucina, infatti studi condotti in vitro, evidenziano che:
- è un antiossidante;
- è un antibatterico;
- contribuisce al controllo dell’ipertensione;
- abbassa il colesterolo totale, il colesterolo LDL e i trigliceridi nel sangue;
- aumenta il colesterolo HDL1;
- determina un abbassamento della glicemia in soggetti con diabete di tipo II2.
Seppure queste evidenze necessitino di ulteriori conferme, il quadro nutraceutico della cannella è interessante. La proprietà ipoglicemizzante della cannella, conosciuta da secoli, è stata oggetto negli ultimi anni di numerosi studi scientifici, volti a capire i meccanismi d’azione a livello molecolare attraverso cui la cannella porta a un abbassamento della glicemia.
Si ritiene che l’uso regolare della cannella determini un aumento della concentrazione dei trasportatori di glucosio (GLUT4) sulla membrana citoplasmatica delle cellule. L’aumento del numero dei trasportatori GLUT4 faciliterebbe, ovviamente, il passaggio del glucosio dal sangue all’interno delle cellule con conseguente diminuzione della glicemia.
Un altro studio interessante ha riguardato le proprietà dell’acqua di cannella nei confronti delle placche amiloidi nel pancreas3.
Nel pancreas del 90% dei soggetti con diabete di tipo II sono presenti placche amiloidi formate dall’accumulo e dall’intreccio di fibrille polipetidiche di hIAPP (human Islet Amyloid Precursor Polypeptide). Si ritiene che il mal funzionamento delle cellule beta e la loro successiva morte siano dovuti al processo di formazione e crescita delle placche amiloidi (amiloidosi insulare). Monomeri e oligomeri di hIAPP si legano alla membrana citoplasmatica delle cellule beta causando danni nel doppio strato lipidico; danni che aumentano man mano che si formano le fibrille più grandi e che aumentano le dimensioni della placca. L’amiloidosi è responsabile della perdita del 40-50% della massa beta-insulare.
Secondo lo studio sopra citato, l’utilizzo di estratto di acqua di cannella è in grado di inibire l’aggregazione degli oligomeri di hIAPP (e quindi anche la formazione di fibre mature di hIAPP e delle placche amiloidi) grazie alla presenza di proantocianidine, i polifenoli complessi della cannella.
Anche se sono necessari ulteriori approfondimenti scientifici, sono ormai ben delineate le proprietà anti diabetiche della cannella e l’utilizzo giornaliero di circa 2 grammi di questa spezia4 come supplemento addizionale a un corretto piano alimentare, si è dimostrato utile nel trattamento del diabete di tipo II.
Fonti:
- Allen RW, et al. — Cinnamon use in type 2 diabetes: an updated systematic review and meta-analysis — Ann Fam Med. 2013 Sep-Oct;11(5):452-9
- Absalan A, et al. — Hydro-Alcoholic Cinnamon Extract, Enhances Glucose Transporter Isotype-4 Translocation from Intracellular Compartments into the Cytoplasmic Membrane of C2C12 Myotubes — Indian J Clin Biochem. 2012 Oct;27(4):351-6
- Jiao L, et al. — Proanthocyanidins are the major anti-diabetic components of cinnamon water extract — Food Chem Toxicol. 2013 Jun;56:398-405. doi: 10.1016/j.fct.2013.02.049
- Akilen R, et al. — Glycated haemoglobin and blood pressure-lowering effect of cinnamon in multi-ethnic Type 2 diabetic patients in the UK: a randomized, placebo-controlled, double-blind clinical trial — Diabet Med. 2010 Oct;27(10):1159-67. doi: 10.1111/j.1464-5491.2010.03079.x