L’agricoltura biologica è una particolare tecnica che prevede la coltivazione di frutta, ortaggi e verdura senza l’uso di fertilizzanti e pesticidi di origine sintetica (mentre sono permessi quelli di origine naturale). Nel 2009 uscì una revisione sistematica (un tipo di lavoro che dà lo stato dell’arte delle conoscenze fino a quel momento) che voleva far luce sulle reali proprietà del cibo biologico. I ricercatori, in un articolo pubblicato su «American Journal of Clinical Nutrition», conclusero che non c’era alcuna differenza nutrizionale tra i cibi biologici e quelli convenzionali: la quantità di antiossidanti, polifenoli e altre molecole che influenzano positivamente o negativamente la nostra salute sono uguali tra i due tipi di prodotti.
Recentemente però è uscita una nuova revisione sistematica, pubblicata sul «British Journal of Nutrition». Questa si appoggia su un numero maggiore di articoli e giunge a conclusioni diametralmente opposte: nel cibo biologico c’è una quantità nettamente inferiore di pesticidi (circa quattro volte di meno) e di cadmio (circa la metà), mentre antiossidanti e polifenoli sono presenti in quantità maggiore. Una buona notizia per i sostenitori del bio, almeno così sembrerebbe. Poco tempo dopo l’uscita di questo articolo però esce un commento su «Nature» a riguardo, che cerca di fare un ragionamento, un riassunto di quel che si è appreso fino a oggi con un po’ di raziocinio. Si legge in questo editoriale che il maggior numero di studi compresi nella revisione (343 contro 55) non è per forza garanzia di maggiore qualità, perché vengono inclusi anche quelli un po’ più deboli:
It is good to be thorough: the study examines all of the available evidence so far. But in a field in which research quality can be hit and miss, it can be better to be cautious. The authors would perhaps have generated more confidence in their results if they had been more selective. But such selection, inevitably, raises questions about how it is done.
Traduzione
È lavoro approfondito, che esamina tutte le prove, ma in un campo in cui la qualità della ricerca può non essere sempre raggiunta, è meglio essere cauti. Gli autori forse avrebbero potuto generare risultati più affidabili se fossero stati più selettivi, in questo modo non possono non nascere dubbi.
Il commento poi si spinge anche a valutare il giudizio salutistico positivo sul biologico: se è vero che questa ricerca dimostra (con le incertezze dette prima) che l’agricoltura biologica arricchisce di antiossidanti quali flavonoidi e acidi fenolici i prodotti, non è così scontata l’azione sulla salute di questi componenti. Esistono indizi, studi non definitivi, che queste molecole possano apportare un beneficio alle persone, ma non c’è niente di certo. L’editoriale si conclude con un monito:
La ricerca dovrebbe essere focalizzata soprattutto sul cuore del problema: la fornitura di cibo più nutriente per più persone e in maniera più sostenibile.
Bibliografia
- Dangour AD, et al — Nutritional quality of organic foods: a systematic review — Am J Clin Nutr. 2009 Sep;90(3):680-5. doi: 10.3945/ajcn.2009.28041
- Barański M, et al — Higher antioxidant and lower cadmium concentrations and lower incidence of pesticide residues in organically grown crops: a systematic literature review and meta-analyses — Br J Nutr. 2014 Jun 26:1-18
- Nature — Food for thought — Editorial