Il tumore al colon, uno dei più strettamente collegati ai fattori ambientali, è al terzo posto nel mondo per diffusione. Il suo aumento è messo in relazione con la generale assunzione di un eccesso di calorie e con la sedentarietà tipiche dello stile di vita occidentale.
Viceversa, molti studi hanno dimostrato l’effetto protettivo delle diete ricche di particolari alimenti e nutrienti, come la curcuma, la vitamina D, gli acidi grassi polinsaturi. Molto resta ancora da fare, però, per chiarire i meccanismi con cui questo avviene.
Uno studio recente si è spinto oltre, mostrando cosa avviene in due gruppi di topi, entrambi modello del carcinoma colorettale: un gruppo nutrito con dieta isocalorica a base di noci e uno con dieta di controllo.
Lo studio si è focalizzato sui cambiamenti che avvengono nei tessuti tumorali a livello di microRNA: queste piccole molecole, presenti nelle cellule eucariotiche di piante e animali, sono composte da 20-22 nucleotidi e intervengono nella regolazione dell’espressione genica interferendo con la struttura dell’RNA messaggero e quindi attivando o limitando l’espressione dei geni, insieme agli altri meccanismi epigenetici già conosciuti di metilazione del DNA e deacetilazione istonica.
La conoscenza più approfondita di questi sistemi di regolazione, collegati con l’insorgenza di malattie come il cancro, potrebbe fornire degli importanti strumenti di cura e prevenzione. Per ora si sa che i microRNA sono in grado di modulare fenomeni come l’apoptosi, l’angiogenesi e la migrazione e proliferazione cellulare.
In questo studio sono stati seguiti in particolare i cambiamenti di quelli ritenuti più significativi, e i risultati sono stati promettenti: si è collegato per esempio l’aumento del miRNA 297a, con il blocco dell’enzima cicloossigenasi-2 con effetto antinfiammatorio.
Altri miRNA invece diminuiscono, e i loro possibili target sono i geni soppressori del tumore, che così possono agire rallentando la sua progressione.
La dieta a base di noci inoltre determina un deposito di acidi grassi polinsaturi nelle membrane delle cellule tumorali, che svolgono direttamente un effetto antinfiammatorio, che protegge dal progredire del tumore stesso.
Questi acidi grassi potrebbero regolare il pattern di miRNA insieme ad altri componenti contenuti nelle noci, come il γ–tocoferolo, con le sue proprietà di aumentare PPAR sopprimendo l’angiogenesi e la progressione del ciclo cellulare, il β-sitosterolo, o la pedunculagina, una sostanza contenuta anche nel pericarpo del melograno, dalle proprietà antiossidanti e antiproliferative attraverso una modulazione del recettore per l’estrogeno.
Sono necessari ulteriori studi per chiarire tutti i possibili fattori che rendono le noci un alimento con potenti possibilità antitumorali. Le nuove scoperte nel campo dell’epigenetica hanno comunque riequilibrato una visione troppo rigida della programmazione dell’individuo su base ereditaria, e hanno rafforzato l’idea che — anche per quanto riguarda la salute — sul destino si può almeno in parte intervenire con stili di vita corretti.
Per approfondimenti:
Tsoukas MA, et al. — Dietary walnut suppression of colorectal cancer in mice: Mediation by miRNA patterns and fatty acid incorporation — J Nutr Biochem. 2015 Jul;26(7):776-83. doi: 10.1016/j.jnutbio.2015.02.009