Che la dieta sia importante per la salute del cuore è noto a tutti. Noi nutrizionisti poi non facciamo altro che ripetere in continuazione che una dieta corretta è il miglior modo per vivere in salute. Da poco tempo, il concetto di “dieta sana” si è ampliato un po’: uno studio pubblicato su «The Journal of Nutrition» sottolinea l’importanza delle proteine per mantenere un buono stato fisico. In particolare i ricercatori si sono soffermati su sette amminoacidi. Un amminoacido è un composto chimico che fa da mattone per la costruzione di proteine: queste ultime infatti non sono altro che la concatenazione di centinaia, a volte migliaia di amminoacidi. Nelle proteine generalmente ce ne sono venti tipi, sette di essi hanno mostrato un qualche tipo di effetto favorevole alla salute e sono stati esaminati complessivamente nello studio citato.
I risultati sono molto interessanti: i ricercatori hanno mostrato che, nelle donne, una dieta ricca di questi sette aminoacidi abbassa il rischio di ipertensione e la possibilità di irrigidimento delle arterie, indipendentemente dalla fonte. Sia che le proteine fossero di origine animale, sia che fossero di origine vegetale, i risultati sono stati confermati sempre. In particolare, le proteine di origine vegetale sembrano più efficaci nel ridurre la pressione arteriosa, mentre quelle animali riducono la rigidità vascolare. I ricercatori hanno trovato questa correlazione con un’analisi statistica rigorosa, ma non ci sono indizi sui meccanismi d’azione: in pratica si è notato quest’effetto, ma se sia dovuto a un’azione diretta di questi aminoacidi o indiretta (magari interagendo con la flora intestinale) non si sa.
Questa scoperta mette in luce l’importanza di una dieta sufficientemente ricca di proteine, troppo spesso osteggiata da guru alternativi che pubblicizzano diete improbabili, il cui unico risultato è peggiorare la salute pubblica.
Fonte:
Jennings A, et al. — Amino Acid Intakes Are Inversely Associated with Arterial Stiffness and Central Blood Pressure in Women — J Nutr. 2015 Sep;145(9):2130-8. doi: 10.3945/jn.115.214700