Pubblichiamo oggi l’articolo della dottoressa Manuela Fè, Biologa Nutrizionista, sulla vitamina D
Nei primi dell’Ottocento l’esposizione al sole era utilizzata per guarire la tubercolosi, le persone malate venivano inviate negli ospedali elioterapici e la stessa terapia era usata per il rachitismo: i bambini miracolosamente guarivano con la luce del sole. Questa terapia era però utilizzata senza conoscere il motivo della sua efficacia. In seguito si scoprì che anche il fegato di merluzzo aveva il potere di guarire il rachitismo, ma la correlazione tra questo e la luce solare si capì solo molto più tardi, quando a metà del Novecento venne scoperta la vitamina D, indispensabile per le ossa e per molte altre funzioni dell’organismo.
Questa vitamina infatti può avere origine endogena, poiché è presente nella pelle sotto forma di 7-deidrocolesterolo, che con l’irradiazione solare si trasforma in colecalciferolo o vitamina D3.
L’esposizione alla luce solare è molto importante poiché negli alimenti i livelli di vitamina D sono bassi. È presente nei pesci grassi (salmone, tonno, sgombro, sardine, merluzzo) e nei funghi secchi, ma in dosi minime. Così, per ovviare alle carenze, un tempo si somministrava ai bambini olio di fegato di merluzzo, che ne è ricchissimo. Questa abitudine è ora passata di moda, ma la carenza di vitamina D è ancora molto diffusa nel mondo e rachitismo, osteoporosi e fragilità ossea stanno aumentando.
La vitamina D è conosciuta soprattutto per il suo ruolo fondamentale nel mantenimento della salute ossea: la sua funzione è quella di aumentare l’assorbimento intestinale di calcio e fosfato, preservando la mobilitazione del calcio dalle ossa per mantenere i livelli costanti di questo elemento nel sangue. Oltre a questa, ha molte altre funzioni fisiologiche benefiche e importanti per il nostro organismo: il mantenimento della forza muscolare, il rafforzamento e la regolazione delle difese immunitarie, ma anche contro le malattie autoimmuni, dovute a una mal regolazione di tali difese.
Di recente si è visto anche che un adeguato livello di vitamina D riduce il rischio di diabete e migliora il decorso della malattia in persone già affette. Può ridurre il rischio di tumori regolando la proliferazione cellulare. Riduce l’incidenza di infarti e ictus, stabilizzando la pressione arteriosa e contrastando l’aterosclerosi.
Come gli estrogeni, infatti, la vitamina D regolarizza la pressione sanguigna attraverso vasodilatatori come l’ossido nitrico, perciò l’esposizione al sole è inversamente associata all’ipertensione.
Questa vitamina preziosa per la nostra salute circola nel sangue sotto forma di 25(OH)D (25-idrossicolecalciferolo), molecola che viene misurata per verificare che i livelli nell’organismo siano adeguati, ossia maggiori di 30ng/ml.
Se mantenere un adeguato apporto di vitamina D è importante in tutte le fasi della vita, lo è in modo particolare per le donne in gravidanza, che per la sua carenza hanno un aumentato rischio di preeclampsia, una delle più gravi complicanze in questa delicata fase della vita femminile.
Visti i numerosi ruoli di questo prezioso micronutriente, recentemente sono stati alzati i livelli di assunzione raccomandati, proprio per garantire tutti i benefici legati a un corretto livello di vitamina nell’organismo. Le linee guida nazionali raccomandano 10µg di vitamina al giorno fino a un anno, 15 µg per gli adulti e 20µg per gli anziani.
Lo Scientific Committee on Food fissa inoltre un livello di assunzione sicura anche più alta: 25 µg fino a 10 anni, e 50 µg per il resto della popolazione. Qualunque sia l’approccio seguito bisognerebbe comunque tener presente che è importante non superare queste dosi.
Fonti:
- Liu L., et al. — Serum 25-hydroxyvitamin D concentration and mortality from heart failure and cardiovascular disease, and premature mortality from all-cause in United States adults — Am J Cardiol. 2012 Sep 15;110(6):834-9. doi: 10.1016/j.amjcard.2012.05.013
- European Food Information Council (EUFIC) — Un futuro luminoso per la vitamina D
- Holick MF. — Vitamin D and Health: Evolution, Biologic Functions, and Recommended Dietary Intakes for Vitamin D — Clinic Rev Bone Miner Metab 2009, 7:2–19
- Holick MF. — Vitamin D Deficiency — N Engl J Med 2007; 357:266-81
- Bischoff-Ferrari HA, et al. — Estimation of optimal serum concentrations of 25-hydroxyvitamin D for multiple health outcomes — Am J Clin Nutr. 2006;84:18–28
- Merlino LA, et al. — Iowa Women’s Health Study. Vitamin D intake is inversely associated with rheumatoid arthritis — Arthritis Rheum. 2004 Jan;50(1):72-7
- Gangula P., et al. — Protective cardiovascular and renal actions of vitamin D and estrogen — Front Biosci (Schol Ed) 2013 Jan 1; 5:134-48