Pubblichiamo oggi il contributo della dottoressa Sonia Croci, Biologa Nutrizionista, sul microbioma
L’insieme dei batteri, dei funghi e dei virus che vivono nel nostro organismo — soprattutto nell’apparato digerente, ma anche sull’epidermide, nel cavo orale e negli altri apparati — prende il nome di microbioma. Presenta una variabilità individuale, determinata dall’area geografica e dallo stile di vita, e svolge molteplici funzioni influenzando la fisiologia, i processi metabolici e, di conseguenza, lo stato di salute. L’insieme di questi microrganismi può essere considerato come un organo aggiuntivo all’interno del nostro corpo. Per tale motivo, negli ultimi anni, in campo biomedico si sta approfondendo questo tema.
In un recente studio pubblicato sulla rivista «Cell Reports», i ricercatori guidati da Andreas Gomes hanno studiato la variabilità di due popolazioni che vivono entrambe nella Repubblica Centrafricana: i Bantu e i Baka. Mentre i Baka vivono nella foresta equatoriale sopravvivendo grazie alla pesca, alla caccia e alla raccolta di vegetali, i Bantu vivono praticando l’agricoltura e presentano caratteristiche intermedie tra quelle occidentali e quelle dei cacciatori. Questi stili di vita differenti hanno determinato nelle due popolazioni un microbioma differente e specifico.
I Baka presentano una maggiore abbondanza di Cianobatteri, Prevotella e Treponema, probabilmente in risposta a un elevato consumo di tuberi, in particolare patate selvatiche e radice di manioca amara. Questa alimentazione ricca di fibre e tannini potrebbe spiegare l’abbondante presenza nel loro microbioma di batteri fibrolitici come la Prevotella.
Al contrario, il microbioma dei Bantu riflette la transizione da una vita tradizionale (cacciatori) a una più simile a quella occidentale, con un conseguente graduale declino del microbioma primitivo. Batteri come Prevotella e Treponema sono stati persi, e sono emersi batteri come Firmicutes e Actinobacteria, risultato dell’abbondante introduzione di zuccheri semplici, tipica della dieta occidentale.
Nei Bantu si è rilevato anche il potenziamento dei geni coinvolti nel metabolismo dei carboidrati (nella glicolisi, nella glucogenesi, nel metabolismo del piruvato), che erano impoveriti invece nei Baka, e di quelli coinvolti nella degradazione di xenobiotici, anche per l’accesso alle cure farmacologiche e l’uso di cibi contenti additivi chimici.
Questa è la dimostrazione di come la composizione batterica del microbioma sia individuale e venga determinata dall’evoluzione, dallo stile di vita e dall’alimentazione.
In conclusione, questo è uno dei primi studi che mostrano uno stato intermedio di evoluzione del microbioma e rivelano come la dieta sia il fattore più importante per determinarlo.
Il microbioma quindi, rivela la nostra alimentazione e determina la nostra salute!
Fonti:
- Gomez A., et al. — Gut Microbiome of Coexisting BaAka Pygmies and Bantu Reflects Gradients of Traditional Subsistence Patterns — Cell Rep. 2016 Mar 8;14(9):2142-53. doi: 10.1016/j.celrep.2016.02.013
- O’Hara AM, Shanahan F — The gut flora as a forgotten organ — EMBO Rep. 2006 Jul;7(7):688-93