Qui ci interessa soprattutto ribadire l’ambiguità su cui poggia il marketing della cucina medievale: mentre ne evoca il fascino, al tempo stesso ne diffida. Il fascino è quello dell’avventura, del “viaggio nel tempo”. La diffidenza è quella che accompagna ogni viaggiatore quando intraprende un’avventura in terre lontane. Perciò, come molti ristoranti di paesi esotici propongono ai turisti versioni addomesticate della loro cucina, così i viaggiatori nel tempo gradiscono proteggersi dal Medioevo (affascinante ma barbaro) accomodandosi nel salotto della “tradizione” e del “territorio” che presumono di conoscere. Oppure illudersi — ed è la quadratura del cerchio — che quella “tradizione” sia “medievale”.
Col tempo il pane diventò un alimento comune e assunse un’importanza centrale nella dieta quotidiana. Ciò avvenne non solo per motivi culturali ma anche per il modificarsi della situazione economica e demografica. Nell’alto Medioevo, un’economia a forte impronta silvo-pastorale garantiva sulla tavola di tutti una presenza di carne magari piccola, ma regolare e continua; in quei secoli, il pane non era così insostituibile nelle strategie di sopravvivenza come invece diventò nei secoli dopo il Mille, quando la crescita della popolazione, la conseguente espansione dell’agricoltura e la trasformazione di tanti boschi in “riserve” sottratte all’uso collettivo finirono per escludere la maggioranza della popolazione dalle risorse carnee, costringendola a puntare esclusivamente o quasi sui cereali.
Massimo Montanari, professore ordinario di Storia medievale e direttore del Master europeo Storia e cultura dell’alimentazione, presso l’Università degli Studi di Bologna, raccoglie in questo libro alcuni suoi scritti degli ultimi dieci anni dedicati al gusto medievale. “Gusto” inteso in senso lato: dalle preparazioni gastronomiche, al modo di stare a tavola, ai riti legati al cibo, agli aspetti scientifici. Il testo, ricco di citazioni bibliografiche, attraverso la cultura del cibo conduce il lettore alla scoperta di un periodo storico troppo spesso scimmiottato nelle strategie di marketing e troppo frettolosamente etichettato come quello dei “secoli bui”.
Per approfondimenti:
M. Montanari — Gusti del Medioevo — Laterza, 2013