Pubblichiamo oggi l’articolo della dottoressa Francesca Menanno, Biologa Nutrizionista, sulla Diet Industry
Parlare di Diet Industry non è semplice neanche per un addetto ai lavori. È invece piuttosto facile, per il consumatore, diventarne bersaglio. Iniziamo col dire di cosa si tratta: la traduzione dell’espressione Diet Industry, di origine statunitense, è letteralmente “industria della dieta”; in pratica, va a comprendere tutto il marketing che si nasconde dietro le più diffuse pratiche per la perdita di peso.
Una definizione autorevole ci è fornita dalle LiGIO (Linee Guida Italiane Obesità) redatte nell’ormai lontano 1999. Come riportato in questo importante documento
Diet Industry è un termine usato nel Nord America che si riferisce al ricchissimo mercato per la produzione di prodotti, strumenti, strategie, programmi e qualsiasi altro mezzo che possa essere impiegato per la perdita di peso, indipendentemente dal rapporto costo-beneficio che si riflette sul consumatore.
Il documento sottolinea inoltre che tale mercato
ha lo scopo di permettere un facile guadagno sfruttando il bisogno dei soggetti che vogliono o devono perdere peso, la loro intenzionalità, la loro mancanza di consapevolezza e di preparazione necessaria ad affrontare la difficile condizione di essere in sovrappeso.
La trattazione dell’argomento si conclude infine con una frase molto forte:
il mercato è aperto in particolare modo alle ciarlatanerie, alle stupidità, alle frodi, ai falsi ideologici e alle mistificazioni.
Secondo le LiGIO ’99 il fenomeno della Diet Industry può essere fatto risalire addirittura al 1864, con la dieta povera di carboidrati descritta da Banting in Letter on corpulence. Come si vede, la dieta low-carb rimane ancora una delle più popolari. Dopo oltre 150 anni!
Il concetto di Diet Industry venne affrontato anche nel 1993, nell’ormai celebre articolo di Arthur Frank sul trattamento dell’obesità da parte della classe medica. In questo interessante lavoro, Frank afferma che il mercato delle diete determina un aggravamento del fenomeno obesità, a causa del disorientamento emotivo che genera nel soggetto sovrappeso.
Quanto detto finora può far comprendere le difficoltà nel trattare un argomento per certi versi tabù.
Purtroppo, cadere nelle maglie della Diet Industry è piuttosto facile e, come testimoniato da molti importanti autori, i rischi di alcuni di questi trattamenti sono numerosi, a carico sia della salute fisica sia di quella mentale. La scelta più opportuna resta, pertanto, quella di affidarsi a professionisti seri che siano autorizzati dalla legge a elaborare diete per le varie situazioni fisiopatologiche.
Forse è giunta l’ora che il legislatore definisca chiaramente una strategia di tutela verso gli utenti. Un primo importante passo è stato recentemente operato dal Ministero della Salute con la messa al bando di preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti alcuni principi attivi che hanno un profilo beneficio-rischio estremamente sfavorevole e che possono essere pericolosi (D.M. 4 Agosto 2015). Resta comunque “libero” il campo delle strategie e dei prodotti a cui l’utente può accedere senza alcun impedimento, spesso influenzato dalle informazioni non sempre attendibili reperite attraverso i vecchi e i nuovi media.
L’unica strada, al momento, che il cittadino può percorrere, è il diritto-dovere all’informazione sanitaria corretta e autorevole: un diritto per il consumatore, un dovere per noi professionisti della nutrizione.
Dottoressa Francesca Pia Menanno
Per approfondimenti:
- Frank A — Futility and avoidance. Medical professionals in the treatment of obesity — JAMA. 1993 Apr 28;269(16):2132-3
- D.M. 4 Agosto 2015 — Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.184 del 10-8-2015
- Task Force Obesità Italia — LiGIO ‘99. Linee Guida Italiane Obesità — Pendragon, 1999