Ho pensato che il riposo delle polpette assomiglia molto a quello che succede nella nostra mente quando elaboriamo le idee. Le idee sono il risultato di esperienze, di incontri, riflessioni, suggestioni: tanti “ingredienti” che si mettono insieme e poi producono pensieri nuovi. Ma prima che ciò accada è utile far riposare quegli ingredienti, dargli il tempo di depositarsi, amalgamarsi, rassodarsi. Il riposo delle polpette è come il riposo dei pensieri: dopo un po’ vengono meglio. La cucina non è solo il luogo in cui si progettano sopravvivenza e piacere. La cucina è anche un luogo ideale per allenare la mente.
È con queste parole che l’autore, Massimo Montanari, professore di Storia medievale e Storia dell’alimentazione, ci introduce alla lettura di questo libro dove sono raccontate storie intorno al cibo e dove scopriremo che
osservare i processi di cottura, le trasformazioni della materia sotto il calore del fuoco, le imperative regole degli accostamenti (alcune cose stanno bene insieme, altre no), l’ordine e la sequenza dei gesti può aiutare a riflettere sulle regole che governano l’esistenza quotidiana, su quello che accade ogni giorno intorno a noi, sul nostro rapporto con il mondo, con gli altri, con noi stessi.
Una raccolta di storie sul pane, i cereali, i legumi, la frutta, le patate fritte, le uova e ancora sui sapori, la salute, il bello e il buono.
Non mancano racconti sui riti conviviali e gli usi della tavola.
E scoprirete come mai la povera lenticchia che affianca il ricco zampone a capodanno è la vera protagonista del piatto.
Per approfondimenti:
M. Montanari — Il riposo della polpetta — Laterza, 2014