Pubblichiamo oggi l’articolo della dottoressa Grazia Rossi, Biologo Nutrizionista, che ci parla delle mele cotogne
A quanti di voi sarà accaduto di notare che la natura talvolta stupisce e supera se stessa per la varietà e per la ricchezza di frutti dalle forme più strane, dai colori caldi ma con mille inafferrabili sfumature, dal profumo agrumato e intenso e dal sapore acidulo gradevole, carichi di nutrienti e sostanze benefiche. Uno di questi è la mela cotogna.
Riportate di recente sul mercato, per l’intervento di rinomate aziende agrituristiche, le mele cotogne erano cadute nell’oblio da diversi decenni ma grazie all’attenzione della ricerca, sono state riconsiderate e sono tutt’oggi oggetto di studio per la ricchezza di sostanze nutraceutiche.
Nel cortile di casa di ogni famiglia italiana, da Nord a Sud, c’era un antico e fiabesco giardino con un melo cotogno. Avrete sicuramente sentito parlare dei suoi fiori bianchi con delicate pennellate di rosa, delle foglie verdi coriacee ma soprattutto dei suoi frutti, mele antiche, buffe, dalla superficie vellutata, di colore giallo oro e dalla forma ovoidale simile a una pera.
Il cotogno, Cydonia oblonga, appartenente alla famiglia delle Rosacee, possiede un portamento a cespuglio o piccolo albero con rami sottili e foglie caduche ovali e oblunghe. Originario dell’Asia Occidentale, in cui era conosciuto come Malon Cydonia fin dal VII secolo a.C., per il frutto prediletto da Venere, simbolo di un delicato pegno d’amore offerto agli dei durante alcuni riti religiosi, fu apprezzato anche dai romani nel 69 a.C. quando conquistarono Cidonia, sulla costa settentrionale dell’isola di Creta, da cui il nome scientifico.
La fama delle proprietà curative del cotogno iniziò a diffondersi in Occidente grazie al medico greco Dioscoride il quale, nella sua opera De Materia Medica, scritta intorno al 60 d.C., nel Libro I afferma:«Le foglie, i fiori e i rametti dei diversi alberi di melo sono astringenti, specialmente quelli del melo cotogno».
Esistono due principali varietà: i maliformi e i piriformi per la forma del frutto, rispettivamente simile a mele o a pere, che maturano tra settembre e ottobre.
Principali nutrienti e sostanze nutraceutiche
Il sapore acidulo di questa mela bitorzoluta è dovuto alla presenza di acido malico; altre importantissime sostanze contenute sono i tannini, ai quali si devono proprietà tonico-astringenti, quando si ricorre al consumo fresco, emollienti, sedative e antinfiammatorie dell’apparato digerente; inoltre pectine e fibre, alle quali è attribuito l’effetto lubrificante e lassativo, svolto dal frutto cotto.
Composti organici come l’acido caffeico e l’acido clorogenico, insieme alla quercetina, la rendono un valido aiuto contro l’invecchiamento grazie all’azione contrastante gli effetti deleteri dei radicali liberi sulle cellule dell’organismo.
Studi recenti hanno evidenziato che i polifenoli estratti dal frutto del cotogno sono in grado di indurre la sintesi della glutatione-S-transferasi, un enzima detossificante: la capacità di protezione dalla cancerogenesi del colon da parte delle mele cotogne si esplicherebbe attraverso l’aumento di questo enzima che elimina più velocemente le tossine dal nostro organismo.
100 g di mela cotogna apportano solo 26 kcal e i principi nutritivi, le vitamine e i minerali presenti sono:
- Acqua 84,3 g
- Proteine 0,3 g
- Lipidi 0,1 g
- Carboidrati disponibili 6,3 g
- Amido tracce
- Zuccheri solubili 6,3 g
- Fibra totale 5,9 g
- Fibra solubile 1,41 g
- Fibra insolubile 4,51 g
- Energia 26 kcal
- Ferro 0,1 mg
- Calcio 4 mg
- Fosforo 14 mg
- Tiamina 0,02 mg
- Riboflavina 0,03 mg
- Niacina 0,7 mg
- Vitamina C 14 mg
Usi della mela cotogna
È essenzialmente utilizzata per preparare la cotognata, la confettura per eccellenza di mele cotogne, caratterizzata da uno spiccato aroma floreale, si sposa bene con i formaggi freschi primo sale o alla toma ma anche in abbinamento al canestrato di Moliterno, prodotto tipico del paese lucano.
Ricca di pectine rappresenta la fonte ideale di addensanti di marmellate, per la preparazione di gelatine, mostarde, confetture e liquori.
Da sempre la mela cotogna è consigliata ai diabetici e a coloro che soffrono di stati di inappetenza o di difficoltà digestive e di affezioni epatiche; nella colite, la mela contrasta i processi emorroidali e il prolasso del retto; frena la diarrea e il vomito e infine, associata al succo di limone, stimola tutte le funzioni vitali.
Non vi resta che mettervi all’opera e gustarla nelle più svariate ricette.
Per esempio:
- un fresco centrifugato di mela cotogna che potenzia le difese immunitarie rigenerando tutte le funzioni vitali, un bicchiere tutti i giorni a colazione previene le malattie invernali;
- uno sciroppo per le infiammazioni della gola che si prepara lasciando cuocere due mele cotogne tagliate a pezzetti in poca acqua e due cucchiai di zucchero per 15 minuti;
- un infuso che concilia il sonno, ottenuto immergendo un cucchiaino di semi in acqua a temperatura ambiente per circa quattro ore.
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