La Giornata Mondiale della Terra viene festeggiata a partire dal 1970, inizialmente come movimento universitario e poi come evento ufficiale, grazie anche alla partecipazione dell’ONU che lo ha reso un’occasione per sensibilizzare il genere umano alla scarsità delle risorse disponibili. Oggi è riconosciuta in 192 paesi.
La data del 22 aprile, precisamente un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, non è stata scelta casualmente, ma vuole essere un augurio per la rinascita del nostro pianeta.
Molti passi avanti possono essere fatti imparando a conoscere quello che abbiamo nel piatto; gli ortaggi, la carne e le uova non nascono sugli scaffali del supermercato per magia, ma provengono oggi da un sistema agricolo industriale che rende tutto più economico, senza macchie e senza differenze.
E pensare che fino a 50 anni fa la nonna faceva tutto da sola… Oggi, invece, abbiamo affidato a sole quattro grandi catene di supermercati più della metà del cibo che consumiamo. Un oligopolio che schiaccia i piccoli produttori agricoli.
Un conto è allevare un pollo a terra in due mesi e venderlo vivo al mercato, un altro è farlo ingrassare in un solo mese in uno spazio pari ad un foglio A4 e macellarne 180 al minuto su un nastro trasportatore. L’uccisione meccanizzata comporta una distanza inaccettabile con le emozioni e quindi con la capacità razionale di attribuire la giusta importanza alle risorse che abbiamo a disposizione.
Per approfondimenti:
- Earth day 2013
- G. Saint Amour di Chanaz — Cosa mangia il pollo che mangi? Dal mercato globale al buon cibo locale — Arianna Editrice, 2008