Pubblichiamo oggi il contributo della dottoressa Manuela Fè, Biologa Nutrizionista, sulla correlazione tra sensibilità al glutine e sindrome da intestino irritabile
Il glutine è in un reticolo proteico formato dall’interazione in ambiente acquoso tra gliadine e glutenine (dette anche prolammine per l’elevata quantità di prolina e glutammina, due amminoacidi insolubili in acqua che rendono difficile la digestione delle proteine da parte degli enzimi gastrointestinali). La difficile digestione del glutine fa sì che a livello intestinale vengano assorbiti frammenti proteici che possono scatenare una reazione immunitaria in soggetti predisposti.
Nei soggetti celiaci la prolungata esposizione al glutine provoca atrofia dei villi con malassorbimento, predispone alla demineralizzazione ossea, a tumori e ulcere intestinali.
La celiachia è una malattia geneticamente determinata, anche se di tipo poligenico multifattoriale, in cui fattori ambientali — come dieta e stile di vita — concorrono allo sviluppo della malattia.
La presenza e l’assenza di alleli di alcuni geni HLA determina la predisposizione genetica alla malattia; in assenza delle determinate combinazioni geniche si può escludere lo sviluppo della malattia e discriminare le persone a rischio di sviluppare celiachia.
Una volta accertata la predisposizione genetica, gli esami ematochimici possono confermare la presenza di anticorpi correlati alla celiachia e, in caso di positività con la biopsia intestinale, può essere fatta la diagnosi vera e propria.
Tuttavia anche in una persona predisposta non sempre la celiachia è manifesta, può rimanere latente a lungo per poi manifestarsi all’improvviso, così come può non manifestarsi affatto. Il fatto di non avere una patologia conclamata può escludere una influenza del glutine con sintomi gastrointestinali? In altre parole, una persona che presenta un corredo genetico con le varianti allelliche associate alla celiachia, anche se non manifesta la malattia, può avere dei disturbi correlati al glutine?
Fino a poco tempo fa, i termini “sensibilità al glutine” e “malattia celiaca” venivano utilizzati in maniera intercambiabile. Il glutine era associato unicamente alla malattia celiaca e, ai pazienti con sierologia e istologia negativa per la celiachia, i medici consigliavano di continuare a seguire una dieta contenente glutine. Tuttavia, un numero crescente di evidenze suggerisce che alcuni pazienti possono avvertire sintomi correlati al glutine senza essere affetti da celiachia, tanto che la relazione tra sensibilità al glutine e disturbi intestinali sembra ormai definita ed è opinione comune che il glutine può causare sintomi in individui sensibili, la gravità e la natura dei quali dipendono dal genotipo, dalla dieta e dal microbiota intestinale.
Sintomi intestinali come disfunzioni, sindrome da intestino irritabile e dispepsia sono non solo difficili da identificare, ma anche da trattare, perché difficilmente si identificano le cause di questi disturbi; l’ipotesi è che, almeno in un certo numero di casi, a generare questi disturbi sia proprio la sensibilità al glutine, anche in assenza di celiachia.
È possibile, infatti, che l’infiammazione di basso grado indotta dal glutine sulle mucose intestinali possa avere un effetto predisponente alla sindrome da intestino irritabile. L’infiammazione intestinale persistente di basso grado gioca un ruolo determinante nell’insorgenza dei sintomi da intestino irritabile, la gliadina (frammento proteico del glutine) induce cambiamenti nella mucosa intestinale con aumento della permeabilità e attivazione del sistema immunitario innato che provoca uno stato infiammatorio persistente.
Questo tipo di sensibilità al glutine non può essere diagnosticata in maniera univoca come la celiachia, tuttavia in molti casi i disturbi intestinali sono associati ad alterazioni immunologiche come aumento dei linfociti intraepiteliali, aumento delle IgA nei villi, aumento degli anticorpi antigliadina, a riprova del fatto che esiste un’alterazione dello stato infiammatorio con attivazione del sistema immunitario.
Si può concludere quindi che pazienti che rispondono positivamente a una dieta senza glutine, in presenza di marker genetici per la celiachia, potrebbero soffrire di una sindrome da intestino irritabile dovuta al glutine.
La genetica della sensibilità al glutine è, tuttavia, ancora più complessa. Esistono, infatti, casi di sensibilità al glutine non celiaca, alla quale non corrisponde nemmeno la presenza di marker genetici per la celiachia. La genomica della sensibilità al glutine rappresenta uno dei campi più interessanti in materia ed è ancora in fase di studio e caratterizzazione.
Fonti:
- Verdu EF, et al. — Between celiac disease and irritable bowel syndrome: the ‘no man’s land’ of gluten sensitivity — Am J Gastroenterology; 2009 Jun;104(6):1587-94. doi: 10.1038/ajg.2009.188
- O’Leary C, et al. — Celiac Disease and Irritable Bowel-Type Symptoms — American Journal of Gastroenterology; 2002 Jun;97(6):1463-7.
- Barratt S, et al. — Reflux and Irritable Bowel Syndrome are negative predictors of quality of life in coeliac disease and inflammatory bowel disease — European Journal of Gastroenterology & Hepatology; 2011 Feb;23(2):159-65. doi: 10.1097/MEG.0b013e328342a547