Senza accorgermene, iniziai a dividere le persone secondo i loro gusti. Come un bambino con un buon udito nato da genitori sordi, fui plasmata dall’handicap di mia madre, e scoprii che il cibo poteva essere una maniera per dare senso al mondo.
All’inizio davo peso solo al gusto, e registravo il fatto che a mio padre piacevano le cose salate mentre mia madre aveva un debole per i dolci. Più avanti iniziai a osservare come la gente mangiava, e dove. A mio fratello piaceva il cibo appariscente dei ristoranti eleganti. Per mio padre contava solo la compagnia, e mia madre avrebbe mangiato qualsiasi cosa, se le veniva servita in un ambiente stravagante. Piano piano mi accorsi che osservando le persone mangiare si poteva scoprire chi erano.
Così mi misi ad ascoltare il modo in cui le persone parlavano di cibo, alla ricerca di indizi sulla loro personalità.
Non solo un romanzo, ma un libro di ricette. Ogni momento della vita di Ruth è scandito da un piatto. La storia vera, di una bimba cresciuta da una madre con disturbi psichiatrici incapace di fare un uovo al tegamino, diventata oggi la critica culinaria più famosa in America. Il cibo è per lei un modo per dare senso al modo e leggerla è bello quasi come mangiare.
Per approfondimenti:
R. Reichl — La parte più tenera — Ponte alle Grazie, 2013