Pubblichiamo oggi il contributo della dottoressa Manuela Fè, Biologa Nutrizionista, sui fitoestrogeni
La ricerca fitoterapica ha individuato la presenza, in numerose piante commestibili e non, di sostanze in grado di simulare l’azione degli estrogeni umani.
Queste sostanze, dette fitoestrogeni, sono composti fenolici del tipo flavonoidi, tra cui isoflavoni e cumestani, e non flavonoidi tra cui i lignani.
I fitoestrogeni mostrano affinità per i recettori estrogenici tissutali dei mammiferi, grazie alla loro struttura, che risulta molto simile a quella dell’ormone umano estradiolo.
Molti studi epidemiologici correlano il consumo di cibi ricchi di fitoestrogeni con diversi effetti benefici tra cui un’azione protettiva nei confronti dei vasi sanguigni e delle malattie cardiovascolari, miglioramento dei disturbi legati alla menopausa (vampate, insonnia, irrequietezza, osteoporosi), riduzione del rischio di cancro al seno e alla prostata, protezione contro le malattie neurodegenerative.
Possiamo trovare questi composti nella frutta, nella verdura, nei cereali integrali e nei legumi, soprattutto nella soia. Essa è ricca di isoflavoni, in particolare genisteina e daidzeina e ha un’alta concentrazione di saponine con azione ipocolesterolemizzante. Ciò rende questo alimento particolarmente adatto a compensare i disturbi legati alla carenza di estrogeni nella menopausa.
In Giappone l’incidenza di questi sintomi è notevolmente più bassa e un minor numero di donne è afflitto da vampate di calore, sudorazioni notturne, irritabilità e sbalzi di umore. Sembra che la risposta vada cercata nella cucina orientale ricca di riso, verdure e soprattutto di soia. Molti studi dimostrano che questa dieta ricca di isoflavoni è associata a una maggiore densità minerale ossea riscontrata nelle donne giapponesi che sono meno soggette a fratture ossee dovute a osteoporosi.
Per la popolazione occidentale, la principale fonte di fitoestrogeni sono gli isoflavoni dei legumi (ceci, fagioli, lenticchie…), ma anche i lignani presenti nei cereali integrali e nella maggior parte dei vegetali, con più alte concentrazioni nei semi di sesamo e di lino. Per quanto riguarda i cumestani, altra importante classe di fitoestrogeni, essi si formano soprattutto nel processo di germinazione e raggiungono concentrazioni elevate nei germogli (germogli di fagioli, germogli di cereali, eccetera), ma sono anche presenti nei cavoletti di bruxelles e nei semi di girasole. Arricchire la dieta con questi alimenti, soprattutto in certi periodi della vita, ci aiuta a ristabilire il nostro equilibrio ormonale risentendo meno degli effetti collaterali dovuti alle modificazioni fisiologiche dell’organismo.
Fonti:
- Carratù B, Sanzini E — Sostanze biologicamente attive presenti negli alimenti di origine vegetale — Ann Ist Super Sanità 2005;41(1):7-16
- Bergamini E — I nutraceutici: un bene prezioso da usare con attenzione — G Gerontol 2010;58:255-258
- Branca F, Lorenzetti S — Health effect of Phytoestrogens — Forum Nutr. 2005;(57):100-11
- Mei J, et al. — High Dietary Phytoestrogen Intake Is Associated with Higher Bone Mineral Density in Postmenopausal but Not Premenopausal Women — J Clin Endocrinol Metab. 2001 Nov;86(11):5217-21