È ora di guardare più da vicino il nostro tè, per capire cosa lo rende così utile.
Sicuramente il componente più importante è l’acqua. Anche se non può essere l’unico tipo di bevanda nella giornata, consumare tè verde può essere un sistema di introdurre liquidi, tra l’altro con un maggiore effetto diuretico e depurativo, grazie alle sostanze disciolte.
Infatti, come nella maggior parte degli infusi, gli elementi più comuni sono i flavonoidi: nel tè verde i principali appartengono al gruppo delle catechine. Sono 5 sostanze diverse tra cui il più importante e più studiato è l’epigallocatechina gallato (EGCG). La loro concentrazione dipende però dal tipo di preparazione: è maggiore nel tè caldo appena fatto, minore in preparazioni solubili e minima in tè già pronti in bottiglia. Quindi le bibite al tè verde, pur gradevoli, difficilmente hanno le stesse proprietà dell’infuso preparato a casa.
La EGCG molecola è un antiossidante venti volte più potente della vitamina C, purtroppo è poco assorbita dall’organismo ed è eliminata molto velocemente. Per questo motivo conviene bere più tazze di tè nel corso della giornata. Alcuni studi riportano che l’aggiunta di limone o zucchero potrebbe renderla più disponibile nell’organismo. La presenza di latte, invece, è ininfluente.
Le catechine, però, sembra abbiano l’effetto negativo di diminuire l’assorbimento del ferro presente negli alimenti: in questo caso potrebbero peggiorare la condizione dei soggetti anemici, in particolare nei ragazzi. In caso di anemia è meglio, perciò, non consumare il tè verde ai pasti e berlo nel corso della giornata.
La caffeina è presente in dose di circa 40 mg per tazza, minore rispetto al caffè e al tè nero. Per questo motivo la sua presenza diventa rilevante solo per i grandi consumatori. Per chi ne vuole fare a meno, esistono prodotti decaffeinati, ma questo trattamento diminuisce anche il contenuto di catechine. La caffeina, inoltre, contribuisce a stimolare il metabolismo e a potenziare l’attività del tè verde contro l’obesità.
Come in tutti gli infusi, anche le foglie di tè verde rilasciano vari minerali nell’acqua (calcio, ferro, rame, zinco, selenio, manganese, cromo, magnesio…) a concentrazioni variabili a seconda della zona di provenienza e del processo di preparazione. Alcune analisi hanno rivelato nelle foglie di tè una concentrazione di alluminio significativa, ma non ci sono prove sul fatto che venga assorbito e soprattutto che possa raggiungere concentrazioni tossiche.
Sono state ritrovate anche piccole quantità di vitamina K, che può rendere le terapie con anticoagulanti (Warfarin o Coumadin) meno efficaci, ma che può favorire la cicatrizzazione.
Tutte queste sostanze possono essere concentrate, in misura diversa, in estratti che vengono utilizzati per gli integratori. Sicuramente in questo modo si ottiene un prodotto più attivo, ma aumenta il rischio degli effetti indesiderati che sono minimi nel consumo abituale della bevanda (fino a 4-5 tazze al giorno).
Per esempio, in prove su animali la somministrazione di EGCG ha indotto tossicità epatica a dosaggi che corrisponderebbero a circa 30-90 mg di principio attivo: una dose che è difficile da raggiungere con l’infuso, ma deve esserne valutata con attenzione la quantità assunta con integratori. Altri studi hanno evidenziato l’effetto delle catechine sui citocromi, enzimi epatici capaci di attivare le sostanze chimiche (nello specifico CYP1A1), ma l’interpretazione dell’effetto sull’uomo è ancora incerta.
Questi dati diventano fondamentali per i soggetti che, per loro predisposizione genetica o per effetto dell’assunzione di altre sostanze, potrebbero avere un metabolismo alterato ed essere più sensibili. Per questo l’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) presta attenzione agli integratori contenenti tè verde e ha tolto dal commercio prodotti che avevano indotto disturbi epatici in alcune persone.
In sintesi, ci sono differenze sostanziali tra l’assunzione di un infuso e di un integratore alimentare contenente estratti di tè verde: nel secondo caso, come per tutti i derivati da sostanze naturali, la maggiore concentrazione di alcune sostanze e l’eliminazione o la diminuzione di altre, li rende profondamente diversi. È buona norma non assumere con leggerezza estratti vegetali, anche se pubblicizzati come “naturali” perché oltre al fatto che talvolta subiscono processi chimici equivalenti a quelli dei farmaci, possono produrre effetti indesiderati.
Ma una buona tazza di tè verde può aiutarci a stare meglio.
P.S. Per tazza, in genere, si intende un infuso di circa 200 ml, preparato secondo le istruzioni del produttore.
Fonti:
- National Cancer Institute — Tea and Cancer Prevention: Strengths and Limits of the Evidence
- EUFIC — The Hidden Health Benefits of Tea
- National Center for Complementary and Alternative Medicine (NCCAM) — Green Tea — NCCAM Publication N: D273, Updated April 2012
- Cabrera C, et al. — Beneficial effects of green tea – a review —J Am Coll Nutr. 2006 Apr;25(2):79-99
- Henning SM, et al. — Bioavailability and antioxidant activity of tea flavanols after consumption of green tea, black tea, or a green tea extract supplement — Am J Clin Nutr. 2004 Dec;80(6):1558-64
- Peters CM, et al. — Formulation with ascorbic acid and sucrose modulates catechin bioavailability from green tea — Food Res Int. 2010 Jan 1;43(1):95-102
- Egert S, Rimbach G. — Which sources of flavonoids: complex diets or dietary supplements? — Adv Nutr. 2011 Jan;2(1):8-14. doi: 10.3945/an.110.000026
- Lambert JD, et al. — Hepatotoxicity of high oral dose (-)-epigallocatechin-3-gallate in mice — Food Chem Toxicol. 2010 Jan;48(1):409-16
- Anger DL, et al. — Heteroactivation of cytochrome P450 1A1 by teas and tea polyphenols — Br J Pharmacol. 2005 Aug;145(7):926-33
- European Food Safety Authority — Compendium of botanicals reported to contain naturally occuring substances of possible concern for human health when used in food and food supplements — EFSA Journal 2012;10(5):2663 doi:10.2903/j.efsa.2012.2663
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