L’omocisteina è un aminoacido solforato sintetizzato a partire dalla metionina, un aminoacido essenziale introdotto con l’alimentazione (soprattutto carne, uova, latte, legumi).
Il metabolismo dell’omocisteina è regolato da specifici enzimi e da alcune vitamine, in particolare la B6 (piridossina), la B12 (cianocobalamina) e la B9 (acido folico).
Se l’apporto di queste vitamine è insufficiente, l’omocisteina si accumula nel sangue e può provocare danni alle pareti dei vasi; in particolare l’omocisteina può aggravare lo stress ossidativo, favorire il rischio di trombosi, ridurre la vasodilatazione e favorire l’aterosclerosi.
Recenti studi hanno correlato livelli elevati di omocisteina con un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, patologie neurodegenerative (demenza, malattia di Alzheimer), problemi in gravidanza e fragilità ossea. I dati scientifici disponibili sono numerosi, ma ancora vi sono aspetti da chiarire. Le cause di questi elevati livelli ematici possono essere diverse:
- fattori genetici (deficit enzimatici);
- fattori fisiologici (età, sesso);
- fattori ambientali (fumo, alcol, caffè, attività fisica);
- fattori clinici (insufficienza renale, ipotiroidismo);
- farmaci (contraccettivi orali, antiepilettici).
Considerando una situazione fisiologica, l’eccessivo consumo di caffè e di alcol, il fumo o una carente assunzione alimentare di folati, vitamine B6 e B12, possono aumentare i livelli plasmatici di omocisteina.
La sfida dunque è la prevenzione primaria, motivando la popolazione generale ad adottare uno stile di vita sano aumentando l’introito di vitamine del gruppo B, in particolare di acido folico. Se nella revisione del 1996 dei LARN si indicava come livello di assunzione raccomandato per i folati 200 microgrammi al giorno (raddoppiando se in gravidanza), nel 2012 si considera di 400 microgrammi (600 se in gravidanza) l’assunzione raccomandata per la popolazione (PRI).
Ma quali alimenti sono ricchi vitamine del gruppo B? Le troviamo nel pesce, nella carne, nella frutta e verdura, nelle uova e nei latticini. È importante fare in modo che le cottura sia leggera e non troppo prolungata per evitare di alterare le vitamine; inoltre è bene non consumare solo cibi conservati e raffinati in quanto i processi cui sono sottoposti li privano di alcuni nutrienti.
Per approfondimenti:
- Lazzerini PE, et al. — Hyperhomocysteinemia, inflammation and autoimmunity — Autoimmun Rev. 2007 Aug;6(7):503-9. Epub 2007 Apr 5.
- Balk EM, et al. — Vitamin B6, B12, and folic acid supplementation and cognitive function: a systematic review of randomized trials — Arch Intern Med. 2007 Jan 8;167(1):21-30.
- LARN — Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. Revisione 2012 — Società Italiana di Nutrizione Umana
- A. M. Costantini, C. Cannella, G. Tomassi — Alimentazione e nutrizione umana — Il Pensiero Scientifico, 2009
- Appunti del Focus Omocisteina tenutosi il 02 marzo 2013 presso l’Università degli Studi di Milano
- S. Argenti, R. Bazzano, H. Cena – Nutrizione e stile di vita nell’iperomocisteinemia – Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense, Sezione di Scienza dell’Alimentazione dell’Università di Pavia