Pubblichiamo oggi il contributo del dottor Piero Labate, Biologo Nutrizionista, sull’obesità e sul suo trattamento multidisciplinare
Come riferisce la Società Italiana dell’Obesità negli Standard Italiani per la Cura dell’Obesità 2012/2013: «l’obesità è una patologia cronica a etiopatogenesi complessa, per la quale attualmente non esiste una strategia monodirezionale efficace, specie nel lungo termine».
L’obesità, in assenza di altre problematiche, è il risultato di un’alterata gestione delle riserve energetiche. L’essere umano utilizza il cibo sotto forma di alimenti per ricavare nutrienti ed energia utili alla propria sopravvivenza; quando l’introito supera il dispendio energetico, il corpo attua una strategia utile a garantirsi riserve in momenti di carestia: la lipogenesi.
La lipogenesi è la creazione di nuovo grasso corporeo, che funziona come un magazzino di energia. Anche se il grasso è utile nelle stagioni invernali come isolante termico e come fonte di termogenesi (creazione di calore da parte del grasso bruno), non è da sottovalutare tutta una lista di problematiche che l’adipe accumulato in eccesso può determinare.
Un eccesso di grasso corporeo investe più sfere della persona, dalla psiche alla fisiologia, fino a vere e proprie patologie.
Dal punto di vista psicologico un aumento di grasso corporeo può essere fonte di alterazione della propria immagine riflessa nello specchio, ma soprattutto di perdita di autostima per una situazione che non si riesce a correggere (anzi, a volte la si vede peggiorare, senza un’apparente spiegazione).
Da un punto di vista organico un aumento di grasso corporeo porta con sé tante complicanze, che si possono riassumere in apnee notturne, aumentata probabilità di manifestare patologie cardiovascolari, diabete e problematiche ortopediche per sovraccarico articolare.
Il quadro dell’obesità è quindi davvero ampio e la presa in carico della persona necessita di un intervento multidisciplinare.
Attualmente le strategie per affrontare questa patologia sono:
- la modificazione dello stile di vita;
- la terapia farmacologica;
- la chirurgia bariatrica.
Il primo punto deve essere il primo impatto, che cerca di intervenire nel modo meno invasivo possibile per ricreare una situazione di benessere e salute nella persona. Per modificazione dello stile di vita si intende:
- una dieta corretta;
- il giusto esercizio fisico;
- una terapeutica educazione alimentare.
Cosa può fare un Biologo Nutrizionista in questo caso? Può elaborare una dieta ottimale con l’obiettivo di ristabilire il benessere ormai perso. La strategia prevederà l’elaborazione di un piano nutrizionale con un apporto calorico controllato e un’adeguata ripartizione dei nutrienti, in modo che l’organismo sia favorito ad attingere l’energia necessaria dalle riserve di grasso in accesso.
In obesità importanti, è ideale e necessaria una stretta collaborazione fra professionisti della salute: una buona comunicazione fra loro risulta sempre la migliore strategia.
Accompagnare la dieta con l’esercizio fisico e con una terapeutica educazione alimentare è sicuramente il modo migliore per arrivare all’obiettivo in modo semplice, graduale e senza rischi per la persona affetta da obesità.
Fonti:
SIO (Società Italiana dell’Obesità) — Standard Italiani per la Cura dell’Obesità 2012/2013