Da anni si discute sulla tossicità dell’acido perfluoroottanoico (PFOA), sostanza non presente in natura ma utilizzata in molte applicazioni industriali e nei beni di consumo, come ad esempio nella realizzazione del pentolame antiaderente.
Il PFOA è un emulsionante, utilizzato per dare omogeneità al composto antiaderente, ma quando si raggiungono le alte temperature si può volatilizzare nell’ambiente dove persiste e si accumula nelle acque e negli animali, entrando quindi nella catena alimentare e interessando potenzialmente tutta la popolazione.
In letteratura numerosi studi condotti sui ratti dimostrano come un’esposizione cronica al PFOA possa avere conseguenze dannose per la salute e provocare danni al fegato, al sistema riproduttivo e aumentare l’incidenza di tumori; non è ancora chiaro l’effetto sulla salute umana, ma gli studi sono ancora in corso. Ciò che è chiaro invece è che il PFOA è presente anche nel sangue e nei tessuti umani e occorrono molti anni prima che l’organismo possa liberarsene.
Per tali ragioni nel gennaio 2006 il dottor Stephen L. Johnson, amministratore delegato dell’Agenzia per la Protezione Ambientale Statunitense (EPA), ha invitato gli otto produttori mondiali di PFOA ad aderire volontariamente a un programma di riduzione progressiva delle emissioni ambientali di acido perfluoroottanoico (PFOA). La partecipazione al programma prevedeva l’impegno a raggiungere una riduzione del 95% delle emissioni di PFOA entro il 2010 rispetto ai valori del 2000, fino alla totale eliminazione entro il 2015.
La DuPont, uno dei più grandi produttori mondiali e prima produttrice del materiale antiaderente, il Teflon, ha comunicato che si atterrà all’invito rivolto dall’EPA. Formalmente anche le altre aziende hanno aderito e forniscono periodicamente all’agenzia i risultati dei loro progressi.
Le autorità sanitarie intervenute, dalla Food and Drugs Administation (FDA) all’European Food Safety Autorithy (EFSA) passando per la French Food Safety Agency (AFSSA) escludono che l’utilizzo di pentole rivestite sia rischioso in quanto l’esposizione al PFOA è bassa o inesistente.
I dati dell’EFSA insieme ad altre ricerche confermano che non è stato rilevato PFOA al di sopra di 0,1 microgrammi/m² di rivestimento antiaderente, dando parere favorevole all’impiego del suddetto pentolame.
Confortata sulla sicurezza dell’uso del pentolame antiaderente, mi chiedo: ma quanto ci dobbiamo preoccupare sulla presenza e persistenza ambientale di PFOA utilizzata per la produzione di altri beni di consumo?
A tal proposito il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (COTAM) dell’EFSA ha sottolineato la necessità di elaborare metodi di analisi validati e di raccogliere dati sulla presenza di PFOA negli alimenti (in particolare il pesce e i prodotti ittici), nei mangimi, nell’aria, nell’acqua, nei materiali d’imballaggio per alimenti (sacchetti di popcorn per microonde) e per l’appunto il pentolame antiaderente, per una valutazione del rischio più precisa.
Nonostante le difficoltà incontrate per effettuare una valutazione del rischio completa, data dalla mancanza di omogeneità dei dati sull’esposizione alla suddetta sostanza, e nell’attesa di ulteriori ricerche al fine di valutare i rischi per l’uomo, il gruppo di esperti ha fissato sulla base dei dati scientifici a disposizione una TDI (dose giornaliera ammissibile) per il PFOA pari a 1,5 microgrammi (1500 nanogrammi) per chilogrammo di peso corporeo al giorno.
Il gruppo di esperti dell’EFSA ha concluso che la popolazione europea non dovrebbe subire effetti negativi sulla salute, in quanto l’esposizione alimentare di PFOA resta entro i limiti della dose giornaliera ammissibile, ma saranno necessarie ulteriori ricerche per valutare la pericolosità sulla salute umana.
Fonti:
- Washburn ST, et al. — Exposure assessment and risk characterization for perfluorooctanoate in selected consumer articles — Environ Sci Technol. 2005 Jun 1;39(11):3904-10
- Vassiliadou I, et al. — Levels of perfluorooctanesulfonate (PFOS) and perfluorooctanoate (PFOA) in blood samples from different groups of adults living in Greece — Chemosphere. 2010 Aug;80(10):1199-206
- Scharmach E, et al. — Perfluorooctanoic acid affects the activity of the hepatocyte nuclear factor 4 alpha (HNF4α) — Toxicol Lett. 2012 Jul 20;212(2):106-12
- Klaunig JE, et al. — Mode of Action analysis of perfluorooctanoic acid (PFOA) tumorigenicity and Human Relevance — Reprod Toxicol. 2012 Jul;33(4):410-8. doi: 10.1016/j.reprotox.2011.10.014
- EPA — News Releases issued by the Office of Chemical Safety and Pollution Prevention
- EPA — Perfluorooctanoic Acid (PFOA) and Fluorinated Telomers
- DuPont — PFOA Phaseout
- European Food Safety Authority — EFSA opinion on two environmental pollutants (PFOS and PFOA) present in food
- Ballarini — Sulla superiore sicurezza del pentolame antiaderente