L’alcol non può essere considerato un nutriente come gli altri; nonostante fornisca 7 Kcal/g, infatti, la sua tossicità per l’organismo ne sconsiglia l’uso.
Tuttavia un uso moderato, soprattutto sotto forma di bevande fermentate come il vino o la birra, in cui l’alcol è uno dei componenti insieme ad altre sostanze spesso benefiche, se consumate ai pasti in quantità accettabili fanno parte della tradizione e accompagnano il cibo con un elemento gradevole in più, soprattutto quando è condiviso in un piacevole contesto sociale.
Diverso è il discorso per i distillati, diffusi a causa dell’abbondante ed economica disponibilità di succo di canna da zucchero nel periodo delle colonie americane, dove lavoravano gli schiavi.
Sono note ormai le conseguenze anche gravi di una dipendenza da alcol, dai danni al fegato alle malattie neurologiche, alle morti precoci per incidenti automobilistici.
Soprattutto fra i più giovani il problema è da inquadrare in un contesto di binge drinking legato a disagi psicologici e collegato in generale con il consumo di sostanze stupefacenti in una forma autodistruttiva o alla ricerca di nuovi modi di autoaffermazione.
Il consumo di alcol sta inoltre prendendo nuove preoccupanti forme: dopo la diffusione delle bevande energetiche da abbinare ad alcol e droga per cercare di sopportarle meglio, le ultime novità riguardano le modalità di assunzione. Si cerca infatti di non far passare l’alcol attraverso le normali vie metaboliche, che in qualche modo aiutano anche a smaltirlo, ma di immetterlo direttamente nella circolazione sanguigna attraverso l’assorbimento dalle mucose e la vaporizzazione. A questo scopo stanno prendendo piede particolari strumenti, in alcuni Stati fuori legge, ma che possono essere facilmente reperiti attraverso vie alternative. Una fra queste sconcertanti modalità che si sta diffondendo per ora negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ma grazie alle nuove e rapide vie di comunicazione legate a internet facilmente potrebbero arrivare fino a noi, è l’eyeballing che consiste nel porre direttamente nell’occhio la sostanza alcolica, in particolare la vodka.
Lo scopo di questi sistemi è da una parte raggiungere rapidamente un maggiore livello di intossicazione, e dall’altra evitare l’odore dell’alcol che è facilmente identificabile dopo un’introduzione tradizionale di questa sostanza. Inutile dire il dolore e i danni che si recano all’occhio, ma sembra che queste prove facciano parte della competizione fra adolescenti, quasi come fosse un rituale di iniziazione.
Manca comunque una sufficiente quantità di dati raccolti in maniera seria, che permetta di stabilire l’effettiva entità del fenomeno. Sono per ora disponibili poche pubblicazioni che raccolgono informazioni da varie fonti (banche dati scientifiche, siti web, racconti diretti, questionari forniti in alcuni college), ma che non dicono se il fenomeno sia, come auspicabile, una moda in esaurimento o e si stia invece espandendo.
Senza fare allarmismi o generalizzazioni è comunque un fenomeno da tenere in considerazione, visti i gravi danni che può portare alla salute.
Fonti:
- Bersani FS, et al. — The “Eyeballing” technique: an emerging and alerting trend of alcohol misuse — Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2015 Jun;19(12):2311-7
- Stogner JM, et al. — Innovative alcohol use: assessing the prevalence of alcohol without liquid and other non-oral routes of alcohol administration — Drug Alcohol Depend. 2014 Sep 1;142:74-8. doi: 10.1016/j.drugalcdep.2014.05.026