La convinzione che l’alimentazione sia una delle cause principali dell’insorgenza dei tumori è cosa fortemente radicata nell’opinione comune. Il concetto che il nostro repentino cambio dello stile di vita, con il suo eccessivo consumo di carni, fresche e processate, latte e latticini, contrapposto allo scarso consumo di vegetali, rappresenti un’insidia alla nostra salute, viene riproposto spesso sui mass media. Quanto c’è di vero in tutto questo? Quanto l’alimentazione può incidere sulla prevenzione dei tumori e ridurre la mortalità da questi causata?
Una recente meta-analisi (un’ampia revisione scientifica di ben 6934 articoli sull’argomento Dieta Mediterranea e tumori) pubblicata sulla rivista «International Journal of Cancer», dimostra come un’alta aderenza alla Dieta Mediterranea ridurrebbe in maniera significativa l’insorgenza dei tumori. Ecco i numeri: meno il 10% di mortalità generale per cancro, meno il 14% di insorgenza del cancro del colon retto, una riduzione del 4% del cancro prostatico e una riduzione di ben il 56% del cancro che interessa globalmente le vie aeree e digestive. I risultati che correlano la Dieta Mediterranea alla riduzione del cancro al seno, allo stomaco e al pancreas, non sono ancora esaustivi al fine di fornire dati certi.
Chiariamo subito un primo concetto tutt’altro che scontato. Cosa si intende per aderenza alla Dieta Mediterranea? Questa è stata valutata nello studio in questione con uno specifico punteggio direttamente proporzionato al consumo di prodotti tipici della mediterraneità come olio di oliva, frutta, legumi, cereali integrali, pesce, carni magre e moderato consumo di vino rosso ai pasti. L’eccessivo consumo di formaggi e prodotti animali, diminuiva di contro l’aderenza alla Dieta Mediterranea (per saperne di più vedi anche il nostro articolo Dieta mediterranea, solo pastasciutta?)
Perché la Dieta Mediterranea fornirebbe una protezione contro i tumori?
Gli autori dello studio chiamano per primi in causa i composti fenolici dell’olio extravergine di oliva, con accertate proprietà antinfiammatorie e antiproliferative.
Le fibre insolubili e solubili contenute nei cereali integrali sarebbero invece correlate alla prevenzione del cancro al colon retto. Le prime promuovendo l’aumento della massa fecale e la velocizzazione del transito intestinale e le seconde, per loro natura fermentescibili da parte della flora batterica intestinale, producendo sostanze benefiche per la salute dei colonociti, le cellule del colon, come gli acidi grassi a catena corta.
Il pesce, tipico anch’esso dell’alimentazione dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo, ridurrebbe l’incidenza di cancro al colon presumibilmente per la presenza di acidi grassi omega 3 con azione antinfiammatoria — acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA).
Frutta e verdura sono anche annoverate dagli autori tra gli elementi protettivi, non solo per la presenza di fibre, ma anche per quella di composti fitochimici come flavonoidi, antociani e carotenoidi, con attività antiossidante, antinfiammatoria, antimutagenica, antiproliferativa. Il licopene, il carotenoide contenuto nel pomodoro, sembra il primo artefice della protezione della prostata, organo responsivo agli ormoni sessuali e sensibile ai tumori.
Nell’elencazione delle virtù della Dieta Mediterranea vi è anche il basso consumo di carne rossa e latticini, strettamente correlati ad alcune forme tumorali come quelle del tratto digestivo.
Una nota sull’alcol, il cui ruolo nella Dieta Mediterranea è spesso discordante all’interno dei lavori scientifici. Sembra che un consumo quotidiano di vino rosso, inferiore ai 20 g di alcol, faccia pendere l’ipotetica bilancia della prevenzione tumorale dalla parte dei pro. Un consumo quotidiano di alcol contenuto nel vino rosso superiore ai 30 g, addurrebbe invece più contro, favorendo il rischio di cancro. Ricordiamo, per facilitare la trasposizione da grammi di alcol in bicchieri, che un bicchiere da 125 ml di vino, contiene circa 12 g di etanolo.
Lo studio si conclude con un caldo invito degli autori a recuperare, proprio nei Paesi mediterranei, le abitudini salubri dell’alimentazione e dello stile di vita dei nostri nonni e genitori, perché questi risultati vengano riconfermati anche negli anni futuri.
Due personalissime considerazioni conclusive.
La prima si ispira alle parole del dottor Andrea Ghiselli nell’ultimo convegno nazionale Abni tenutosi a Roma lo scorso 20 Novembre 2014, in cui grazie anche alla collaborazione con la Scuola di Ancel, è stato consegnato il premio Ancel Keys (i risultati del concorso). Riassumendo il pensiero del dottor Ghiselli, la Dieta Mediterranea non è un alimento o una molecola, ma un modello di vita, nemmeno poi così dissimile da altri modelli alimentari come ad esempio l’alimentazione asiatica. Di qui il neonato concetto di MediterrAsian diet. La salute, dunque, si compone anche di tradizioni e di un corretto modo di vivere all’interno di un contesto ambientale e sociale.
Nella seconda, seppur non citato all’interno della meta-analisi, mi preme ricordare che la Dieta Mediterranea è anche sobrietà, in contrapposizione agli eccessi alimentari. Per migliorare il nostro stato di salute, pertanto, è importante, oltre che mangiare bene, anche ricordarsi di mangiare con moderazione.
Fonti:
- Schwingshackl L, Hoffmann G — Adherence to Mediterranean diet and risk of cancer: a systematic review and meta-analysis of observational studies — Int J Cancer. 2014 Oct 15;135(8):1884-97. doi: 10.1002/ijc.28824
- Omodei D, Fontana L — Calorie restriction and prevention of age-associated chronic disease — FEBS Lett. 2011 Jun 6;585(11):1537-42. doi: 10.1016/j.febslet.2011.03.015
- Pallauf K , et al — Nutrition and healthy ageing: calorie restriction or polyphenol-rich “MediterrAsian” diet? — Oxid Med Cell Longev. 2013;2013:707421. doi: 10.1155/2013/707421