Pubblichiamo oggi il contributo del dottor Gianluca Bosetti, Biologo Nutrizionista, sui superfood
“Superfood” una parola sempre più di moda. Sì, perché a noi non interessa l’ordinario, a noi piace buttarci sull’extra-ordinario!
Tra i numerosi esempi ormai tutti abbiamo sentito parlare delle “miracolose” bacche di Goji, tanto che non solo hanno invaso le erboristerie (anche sotto forma di polvere di Goji essiccata, succo di Goji, eccetera), ma anche gli scaffali dei supermercati e — dulcis in fundo — perfino i negozi di piante.
Infatti, con stupore, qualche mese fa ho notato un cartello scritto a mano che ne reclamava la vendita proprio in un vivaio, fatto alquanto simpatico se si pensa che nel Regno Unito è illegale importare tali piante per la possibilità che fungano da vettore di malattie verso altre piante della stessa specie (parliamo di Solanaceae come il pomodoro e la patata, per intenderci, che non ci crederete ma per tanti aspetti sono altri due superfoods).
Di cosa stiamo parlando? Il Lycium barbarum (LB) è un arbusto spontaneo perenne appartenente appunto alla famiglia delle Solanaceae (proprio come patate, peperoni, melanzane, pomodori…). La Commissione Europea per la vigilanza sulla sicurezza alimentare ha definito sicuro il consumo delle bacche del LB come ingrediente alimentare e in Italia il Ministero della Salute indica il Goji nella lista degli estratti vegetali impiegabili come integratori antiossidanti (decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169).
Ancora una volta basta creare un’affascinante storia millenaria, attingendo a una provenienza mistica e remota come il Tibet (sebbene spesso non siano bacche Himalayane ma di provenienza cinese), con un tocco di medicina tradizionale: il gioco è fatto! Chi le usa come elisir di lunga vita, chi come dimagranti (nel patetico tentativo di compensare altri pasti non proprio salutari), chi come antiossidanti (magari per proteggersi dalla sigaretta in più fumata), chi semplicemente per arricchire la propria alimentazione con un cibo benefico. In fin dei conti, quanti si sono interpellati sull’impatto ambientale che può produrre il prelevare quintali di bacche dall’altro lato della Terra e portarle fino a casa nostra? Abbiamo forse pensato alle speculazioni che si creano? Aumentando la richiesta cresceranno le colture intensive o forse ci sono già piantagioni nel nostro paese? Sono davvero superiori ad altre bacche? E le virtù reclamate resteranno invariate? A proposito… di quali virtù stiamo parlando? Esattamente, perché spendere almeno 20 euro al kg per questo prodotto?
Le bacche di Goji hanno un altissimo punteggio ORAC (Capacità di Assorbimento dei Radicali dell’Ossigeno: misura il potere antiossidante degli alimenti). Infatti tra le varie sostanze contengono alte dosi di vitamina C, proprio quanto gli agrumi, vitamina E (un po’ meno dei lamponi e circa metà rispetto alle more), vitamina A quasi quanto l’uva ma pure sempre un terzo rispetto all’arancia, nonché altri fitonutrienti protettivi (per esempio la zeaxantina) come avviene nei frutti di bosco e nell’uva (ricca di resveratrolo), che hanno per giunta simili quantità di minerali come calcio e ferro, ma sono decisamente più poveri di sodio, che nelle bacche di Goji ha un valore 20 volte superiore.
Tuttavia negli ultimi anni abbiamo la tendenza a comprare qualsiasi prodotto purché “miracoloso” con l’obiettivo di migliorare la nostra salute fisica e mentale: un colpo basso per l’autostima, perché sarebbe un’offesa alla nostra intelligenza pensare davvero di risolvere o attenuare i nostri problemi con qualche palliativo anziché analizzandone le reali cause.
Ma più incoraggiamo questo atteggiamento illusorio come sprovveduti, più alimentiamo un mercato parallelo a solo vantaggio delle aziende più rapide nell’individuare e commercializzare il prossimo cibo miracoloso: non cambieremo le nostre abitudini alimentari, non miglioreremo il nostro stile di vita. Sicuramente è un tentativo “senza effetti collaterali” che val la pena tentare prima di rassegnarsi a dar retta al consiglio del povero nutrizionista di turno che per stare meglio o bruciare un po’ di grasso vi raccomanda un’alimentazione più equilibrata e della sana attività fisica! Invece gli effetti collaterali ci sono. Ci sono per l’ambiente, per il vostro portafogli ma soprattutto per la vostra mentalità, sempre più convinta che la soluzione ai problemi si compri con un semplice miracolo indolore e non con l’informazione e impegnandosi in una progressiva modifica di stili di vita sempre meno naturali e ormai privi di circadianità.
Poco importa quindi se in realtà queste bacche miracolose non hanno proprio niente in più dei nostri frutti di bosco e le loro proprietà antiossidanti sono quelle proprie di qualsiasi altra bacca: proprio come le bacche Acai dal Sud America o le Noni delle Hawaii il loro affascinante potenziale superiore di protezione non è confermato dalla letteratura scientifica (vedremo in seguito), difatti queste varietà di bacche “esotiche” non sono per nulla più efficaci delle più reperibili, economiche e locali varietà (mirtilli, fragole, lamponi…) che sicuramente vi forniranno nutrienti ad alto impatto nella dieta con un costo minore.
Altro aspetto paradossale riguarda la quantità: un cibo benefico e protettivo in quali dosi va consumato? A dire il vero per le bacche di Goji non ci sono ancora dati a sufficienza per poter tracciare con assoluta precisione una curva dose effetto e dose tossicità. Ma non importa; infatti, anche se conosciamo i benefici di un alimento, curiosamente non sappiamo la quantità a cui assumerlo. Vi faccio un esempio: molti avranno sentito parlare dei benefici omega-3, molti sono a conoscenza della loro funzione antinfiammatoria e di miglioramento del profilo lipidico, ma meno sanno da quali cibi ricavarli, e ancora meno la quantità necessaria. Un po’ di pesce ogni tanto, oppure qualche noce la sera, oppure ancora dell’olio di lino quotidiano o meglio forse un integratore a cicli regolari. Ma di preciso quanti dovremmo assumerne per ottenere l’effetto ricercato? Insomma, ci interessiamo sempre più alla nostra salute e ci lasciamo affascinare davvero facilmente da alimenti benefici ma quando è il momento di capire e dosare… improvvisiamo!
La medaglia ha un rovescio. Il Goji può alterare l’effetto di terapie mediche interagendo con diversi farmaci.
- Anticoagulanti, come il Warfarin (Coumadin ®): possono verificarsi cali improvvisi della pressione arteriosa e aumentano le possibilità di ecchimosi o emorragie.
- Anti-ipertensivi: può causare un’eccessiva diminuzione della pressione sanguigna.
- Farmaci per il diabete: possono verificarsi fenomeni anomali di ipotensione, sensazioni di vertigini, abbassamento eccessivo della glicemia e svenimenti.
- Inoltre anche i farmaci metabolizzati a livello epatico possono interagire negativamente (velocità di metabolizzazione/altri effetti indesiderati).
Veniamo infine alle ricerche scientifiche.
- Uno studio del 2013 pubblicato su Food Chemistry descrive le bacche di Goji come nuovo allergene, tale capacità nella dieta occidentale è elevata in quanto, su un campione di 566 individui con sintomi respiratori e cutanei, quasi il 6% si è rivelato positivo. Metà di un campione limitato presentava immunoglobuline di tipo E specifiche per le bacche di Goji (con alta cross-reattività per la pesca, ma anche con il pomodoro, il tabacco, la frutta secca, il polline di artemisia e altri ancora).
- Uno studio del 2012 pubblicato su «The Journal of Investigational Allergology and Clinical Immunology» ha evidenziato che pazienti con allergie alimentari risultano sensibilizzati alle bacche di Goji in quasi 8 casi su 10, anche se risultano sintomatici soltanto in 1 caso su 5, tutti producono anticorpi specifici contro le bacche di Goji che vanno pertanto ritenute potenzialmente allergeniche, specie in soggetti ad alto rischio.
- Uno studio del 2012 pubblicato su «Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine» ha mostrato effetti protettivi su cellule epiteliali della retina di estratti di LB, proprio come avviene con la taurina (di cui infatti risulta ricco LB).
- In uno studio del 2012 pubblicato su «The Journal of Investigational Allergology and Clinical Immunology» ancora una volta è emerso il potere allergenico delle bacche di Goji che hanno creato reazioni importanti in un paio di pazienti, tra cui shock anafilattico, e ne è emersa una cross-reattività con il pomodoro.
- Uno studio del 2011 pubblicato su «Photodermatology, Photoimmunology & Photomedicine» riporta di fotosensibilizzazione sistemica in seguito all’utilizzo di bacche di Goji.
- Uno studio del 2011 pubblicato su «Optometry and Vision Science» evidenzia un aumento del livello di antiossidanti in seguito a supplementazione giornaliera di tre mesi con bacche di Goji; tuttavia non chiarisce il meccanismo di azione nella riduzione di ipopigmentazione che rimane da indagare.
- Già nel lontano 2007 uno studio pubblicato su «Journal of Ethnopharmacology» concludeva che l’effetto antiossidante dei polisaccaridi di LB è paragonabile alla normale vitamina C. Anzi, aggiungendo vitamina C le proprietà antiossidanti aumentano.
Per concludere quindi mi spiace disilludervi, ma non otterrete l’eterna giovinezza comprando bacche dal Tibet, non perderete i chilogrammi di troppo con la tisana dei monaci buddisti, non migliorerete assolutamente il vostro rapporto col glutine grazie al grano del Faraone, non ringiovanirete mangiando papaya fermentata o il prossimo “superfood” di moda.
Dottor Gianluca Bosetti
Pagina Facebook
Fonti:
- Li XM, et al. — Effect of the Lycium barbarum polysaccharides on age-related oxidative stress in aged mice — J Ethnopharmacol. 2007 May 22;111(3):504-11
- Carnés J, et al — Recently introduced foods as new allergenic sources: sensitisation to Goji berries (Lycium barbarum) — Food Chem. 2013 Apr 15;137(1-4):130-5. doi: 10.1016/j.foodchem.2012.10.005
- Gamez C, et al. — Goji berry: a potential new player in latex-food syndrome — Ann Allergy Asthma Immunol. 2013 Mar;110(3):206-7. doi: 10.1016/j.anai.2012.12.012
- Larramendi CH, et al. — Goji berries (Lycium barbarum): risk of allergic reactions in individuals with food allergy — J Investig Allergol Clin Immunol. 2012;22(5):345-50
- Song MK, et al. — Reversal of the Caspase-Dependent Apoptotic Cytotoxicity Pathway by Taurine from Lycium barbarum (Goji Berry) in Human Retinal Pigment Epithelial Cells: Potential Benefit in Diabetic Retinopathy — Evid Based Complement Alternat Med. 2012;2012:323784. doi: 10.1155/2012/323784
- Monzón Ballarín S, et al. — Anaphylaxis associated with the ingestion of Goji berries (Lycium barbarum) — J Investig Allergol Clin Immunol. 2011;21(7):567-70
- Gómez-Bernal S, et al. — Systemic photosensitivity due to Goji berries — Photodermatol Photoimmunol Photomed. 2011 Oct;27(5):245-7. doi: 10.1111/j.1600-0781.2011.00603.x
- Bucheli P, et al. — Goji berry effects on macular characteristics and plasma antioxidant levels — Optom Vis Sci. 2011 Feb;88(2):257-62. doi: 10.1097/OPX.0b013e318205a18f.
- Seeram NP — Berry fruits: compositional elements, biochemical activities, and the impact of their intake on human health, performance, and disease — J Agric Food Chem. 2008 Feb 13;56(3):627-9. doi: 10.1021/jf071988k
- Leung H, et al. — Warfarin overdose due to the possible effects of Lycium barbarum L — Food Chem Toxicol. 2008 May;46(5):1860-2. doi: 10.1016/j.fct.2008.01.008
- FDA Office of regulatory affair — Import Alert IA9908
- Subhuti Dharmananda — The movement toward organic herb cultivation in china — ITM (Institute for Traditional Medicine)
- Lam AY, et al — Possible interaction between warfarin and Lycium barbarum L — Ann Pharmacother. 2001 Oct;35(10):1199-201
- Defra (Department for Environment, Food and Rural Affairs) — Prohibited import of Goji plants — 30/04/2008