Il farro delle vestali
Plinio riferisce, citando Verrio, che «di tutti i cereali il popolo romano per trecento anni usò il farro». Effettivamente il Tríticum dícoccum, chiamato far dai Romani, fu il cereale più usato in epoca regia e durante il primo periodo della Repubblica, per essere poi sostituito dal frumento al quale è affine.
Le spighe, mietute come gli altri cereali fra giugno e luglio, venivano immagazzinate, ma non trebbiate. Si toglievano dal deposito soltanto durante l’inverno. Occorreva anche battere i grani con un apposito pestello, il pilum, per fare uscire i semi dalle spighe. Presiedeva a questa operazione delicatissima Pilumnus, il dio protettore della puerpera e del neonato; ma talvolta poteva essere indigitato lo stesso Giove come Iuppiter Pistor.
Poi si tostavano i chicchi prima di macinarli: una norma introdotta da Numa Pompilio per rendere il cereale più digeribile. Effettivamente la torrefazione migliora il sapore e la digeribilità dei granelli, osserva Angelo Brelich soggiungendo: «Molto spesso la torrefazione non aveva altro scopo se non quello di rilassare la pula cioè facilitare la frantumazione e la macinazione dei grani».
La preparazione del farro era così sacra per i Romani arcaici che Numa aveva istituito in febbraio una festa, i Fornacalia, che non si poteva protrarre oltre il 17. Tale denominazione derivava da fornax, fornace, che era anche il nome di una dea.
Di fronte alla pubblicizzazione di alimenti nuovi come antichi e di tradizioni che vengono da paesi lontani, diventa indispensabile conoscere gli alimenti che fanno parte della nostra storia e tutti i significati che nascondono. Questo testo è indispensabile per chi vuole andare alle radici culturali degli alimenti che sono sulla nostra tavola: miti, leggende, storia, poesia, tradizioni mediche e etnomedicina in una sintesi avvincente.
Mi permetto in quest’occasione di ricordare anche Marina Cepeda Fuentes, scomparsa circa un anno fa, a cui il libro è dedicato, che per anni ha rilanciato in numerose trasmissioni radiofoniche questi temi e le grandi tradizioni alimentari italiane.
Per approfondimenti:
A. Cattabiani — Florario — Oscar Mondadori 2000