Se mangiare è una necessità fisiologica, un bisogno naturale legato alla sopravvivenza di ogni specie animale (compresa la specie umana), gustare è invece un’esperienza bio-cognitiva propria dell’animale umano ed è perciò il complesso prodotto del mutamento della natura, dell’attitudine a intervenire sulla natura attraverso comportamenti e gesti creativi socialmente trasmessi. […] Nel corso dell’evoluzione e specialmente della civilizzazione, oltrepassando i bisogni fisiologici primari, il gusto è diventato, insieme all’olfatto, non solo la fonte principale dei piaceri della tavola, ma anche un veicolo di conoscenze e un potente motore della comunicazione linguistica.
L’autrice ripercorre il cammino evolutivo che ha consentito all’uomo di trasformare un gesto naturale e istintivo come quello di mangiare in un gesto culturale diventato un’arte e un piacere edotto, facendo dell’animale umano la “scimmia di cucina”, che inventa nuovi sapori e che celebra le gioie del palato attraverso la parola.
Il racconto percorre itinerari che, dall’atto primario di mangiare, analizzano i gusti delle scimmie antropomorfe e scoprono le analogie con quelli dell’uomo; si sofferma sulle abitudini dell’uomo preistorico e sui suoi comportamenti sociali fino alla scoperta del fuoco, che ha segnato un passaggio straordinario che ha avuto un ruolo nella trasformazione dell’organizzazione delle comunità umane. Segue la descrizione delle tappe evolutive dell’uomo da cacciatore-raccoglitore in agricoltore e allevatore. Con le nuove disponibilità di cibo e l’introduzione di nuovi sapori, l’uomo è giunto a sperimentare nuove preparazioni fino alla scienza gastronomica e alla sua estrema espressione della cucina molecolare.
Nel caso in cui non l’avessimo già provata, non ci resta allora che scoprire la cucina del terzo millennio, curiosi di sperimentare nuove prelibatezze, destrutturate o rivisitate al punto da risultare talvolta irriconoscibili, preparate per rendere l’atto del gustare un’esperienza sempre più gratificante, emozionante, sorprendente e memorabile per l’intelligenza dei nostri palati di “scimmie che sanno cucinare”, sanno mangiare e sanno anche parlare di tutto ciò.
Per approfondimenti:
R. Cavalieri — E l’uomo inventò i sapori — Il Mulino, 2014