Pare che dietro al consumo di carne o di verdure si celi un mondo metaforico: la carne è per gli uomini, le verdure rendono il maschio che le consuma meno “macho”. È questo il risultato di uno studio pubblicato nell’ottobre scorso sul «Journal of Consumer Research»: le popolazioni occidentali tendono a dare una valenza “maschile” alla carne, addirittura sembrerebbe che il maschio che consuma carne appaia più mascolino.
Si è visto poi che questo collegamento tra carne e virilità è presente anche nel linguaggio, in 23 lingue prese in esame, infatti, la carne è associata a un pronome maschile.
È un lavoro molto interessante: le indicazioni di questo studio possono essere usate in molti campi diversi, sia a livello di pubblicità dei prodotti, sia per la salute pubblica: si potrebbe incentivare il consumo di vegetali facendo campagne di sensibilizzazione a riguardo. Per quanto possa sembrare strano, probabilmente promuovere i prodotti della soia e altri prodotti vegetali come “mascolini” potrebbe portare ad aumentarne il consumo, a tutto vantaggio della salute della popolazione. La cosa buffa è che sembrerebbe strano anche a me, vegetariano, un approccio del genere: questo la dice lunga su quanto questo studio abbia ragione, su quanto l’associazione carne-mascolinità sia radicata e su quanto sia importante la sfera psicologica per i nostri consumi quotidiani. D’altronde, un barbecue di hamburger di soia non è che sia così popolare nelle uscite domenicali…
Fonte:
Rozin P, et al. — Is Meat Male? A Quantitative Multimethod Framework to Establish Metaphoric Relationships — Journal of Consumer Research, 2012, 39
Articoli correlati