
Uno dei cartelloni della campagna pubblicitaria di “Intermarché”
L’Unione Europea ha eletto il 2014 anno europeo contro lo spreco di cibo. Si stima che in Europa ogni anno vengano buttate circa 90 milioni di tonnellate di cibo.1 Al mondo, secondo la FAO, vengono sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno, la maggior parte delle quali è costituita da frutta e verdura2.
Parte di questo cibo sperperato è dovuta ad atteggiamenti sbagliati:
- da parte dei consumatori
- acquisti superiori alle reali necessità
- non corretta comprensione del differente significato delle etichettature «da consumarsi preferibilmente entro» e «da consumarsi entro»
- scarsa conoscenza di ricette per riutilizzare gli avanzi
- da parte di produttori e rivenditori
- strategie di marketing che favoriscono l’acquisto di quantitativi superiori alle necessità
- difficoltà di prevedere le vendite
- danni durante il trasporto o l’immagazzinamento3
Tra le varie cause dello spreco di cibo c’è anche il fattore estetico: la frutta e la verdura, infatti, devono soddisfare alcuni canoni estetici — calibro, aspetto, colore — per essere immesse nel circuito di vendita. Parte degli scarti probabilmente verranno riciclati nell’industria della conservazione: una mela sotto calibro o deforme non andrà bene per la vendita al dettaglio, ma andrà comunque bene per preparare una mousse di mele, così come una carota storta andrà bene per finire a pezzetti in un minestrone surgelato.
Ma una parte di questi andrà comunque persa.
In quest’ottica di riduzione degli sprechi si inserisce l’iniziativa della catena di supermercati francesi Intermarché dedicata alla frutta e verdura esteticamente deforme: «Les fruits et légumes moches». Questa iniziativa prevede l’utilizzo della frutta e della verdura fuori standard e la mette in commercio, in un’isola separata e con descrizione e cartellonistica apposita, a un prezzo scontato del 30%.
L’iniziativa ha avuto un successo senza precedenti: nei primi due giorni sono state vendute, in media, 1,2 tonnellate di frutta e verdura deformi per punto vendita, con un aumento del 24% del traffico nella catena di vendita e ricevendo un’ottima copertura sulla stampa e sui social network francofoni (e non solo su quelli, come potete vedere).
L’esperimento è sicuramente lodevole e sarebbe bello se venisse ripreso anche da qualche supermercato italiano perché permette di ottenere vari risultati.
Innanzitutto, come detto, permette di utilizzare parte di frutta e verdura che altrimenti andrebbero sprecate.
Secondariamente consente ad alcuni consumatori di aumentare l’apporto di frutta e verdura risparmiando un po’, cosa non disprezzabile in questo periodo di difficoltà economiche.
Infine, fatto secondario ma certamente non trascurabile, potrebbe contribuire a far passare il messaggio, soprattutto ai giovani, che la bellezza esteriore non influisce su quello che c’è all’interno. Ciò è vero non solo per la frutta e la verdura, ma anche per le persone; è un messaggio di cui, in un periodo di incremento del numero di persone affette dai disturbi del comportamento alimentare e con dismorfofobie, abbiamo disperato bisogno.
Il video (in inglese) della campagna Fruites&Legumes Moches è questo.
Fonti:
- Europa — Food Safety — Sustainability of the Food Chain — Stop food waste
- FAO — SAVE FOOD: Global Initiative on Food Loss and Waste Reduction
- Europa — Food Safety — Sustainability of the Food Chain — Causes of food waste