Articolo originale della dottoressa Raffaella Tosi
Considerazioni personali, da Biologo Nutrizionista e mamma
Spesso osservo come si alimentano le persone intorno a me focalizzando l’attenzione sui bambini. Non mi riferisco ai bambini sovrappeso od obesi, ma a quelli perfettamente normopeso.
Troppo spesso vedo che ingurgitano cibi considerati “malsani”: patatine, merendine, würstel, nuggets, bevono cola e altre bevande gassate. Questo accade anche nei bambini in età prescolare. Se ho confidenza con i genitori, mi viene spontaneo chiedere perché permettano ai loro figli di nutrirsi in maniera cosi “sballata”. La risposta è sempre la stessa: «Mio figlio non è grasso, mangia quello che gli va… Tanto brucia perché è in continuo movimento».
Sicuramente la mia professione mi porta a essere ipercritica nei confronti di questi genitori (non sono i figli ad averne colpa!) che non riescono a capire che la sana alimentazione influisce in maniera positiva sulla salute a prescindere dal peso.
La maggior parte degli alimenti spazzatura (dall’inglese junk food) favoriscono non solo l’accumulo di grasso ma anche la possibilità che si scatenino in età adulta tutte quelle patologie che oggi prendono il nome di sindrome metabolica: diabete, ipertensione, cardiopatie, steatosi epatica, e questo deriva dal fatto che il genitore non abbia dato una corretta educazione alimentare al figlio (che in futuro potrebbe avere dei parametri ematici alterati anche in assenza di sovrappeso o obesità).
Abituarsi a mangiare in maniera corretta non significa stare a dieta o dover perdere peso, ma semplicemente capire ciò che “ci fa bene” e ciò che potrebbe causare dei danni al nostro organismo.
Tengo a precisare che questo non significa privare i nostri figli di quello che più gli piace (e parlo da madre oltre che da nutrizionista), ma sviluppare una coscienza alimentare che vada al di là delle semplici privazioni.
È giusto che un bambino, ogni tanto, mangi la crema di nocciole spalmabile (e che il genitore impari a leggere la tabella nutrizionale ricordandosi che non sempre l’alimento più pubblicizzato è quello più genuino), che mangi le sue adorate patatine o che beva la cola, però questo non deve essere neanche il must di ogni sabato sera… ma qualcosa che ogni tanto può essere concesso, cercando di far capire ai bambini che da grandi potrebbero pagare le conseguenze di una cattiva abitudine alimentare. Starà, poi, a ogni genitore trovare il giusto linguaggio per comunicare un concetto cosi importante al proprio figlio. Quel che conta è che il genitore, prima di chiunque altro, sia cosciente di quello che sta portando a tavola!
Fonti:
- Consigliamo di rileggere l’articolo di Pitagora pubblicato per La Scuola di Ancel — La dieta influenza la salute al di là del peso
- Guidetti M, et al. — The transmission of attitudes towards food: twofold specificity of similarities with parents and friends — Br J Health Psychol. 2012 May;17(2):346-61. doi: 10.1111/j.2044-8287.2011.02041.x
- Oellingrath IM, et al. — Tracking of eating patterns and overweight – a follow-up study of Norwegian schoolchildren from middle childhood to early adolescence — Nutr J. 2011 Oct 6;10:106
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