
Fiori di borragine — Fotografia scattata da Florenza Nacca presso il Monte Moneta, zona Sant’Agostino, Gaeta (LT)
Pubblichiamo oggi l’articolo della dottoressa Grazia Rossi, Biologo Nutrizionista, che ci parla della borragine
Con l’arrivo delle prime giornate di sole ecco che, quasi come un’inattesa sorpresa, il lento risveglio della natura si annuncia con mille variegate fioriture di specie vegetali spontanee.
Una delle erbe annuali di questo periodo è la borragine (Borago officinalis) che colora d’indaco prati e campi verdi e incolti, in tutte le regioni d’Italia fino a un’altitudine di circa 1000 metri.
Non lasciatevi sfuggire allora l’occasione non solo di fare rilassanti passeggiate al di fuori dai centri abitati, lontano dal traffico, ma anche di raccogliere le sommità fiorite di alcune piante di borragine.
Dopo la raccolta, i fiori “giovani” vanno conservati in un sacchetto di carta lontano da fonti di calore e, una volta a casa, in frigorifero per qualche ora.
Accanto all’uso di fiori canditi per dolci, per liquori o per ottenere un aceto originale, vi accorgerete che è molto semplice preparare con un piccolo vellutato bouquet, questa ricetta sfiziosa e veloce.
Ingredienti
- 100 g di sommità fiorite (con fiori “giovani”) di borragine
- 200 g di farina integrale oppure “0”
- 100 g di semola rimacinata
- 300 ml di acqua frizzante fredda
- 5 g di lievito di birra granulare
- un cucchiaino di semi di sesamo
- un cucchiaino sale
- olio extravergine d’oliva in quantità necessaria a coprire i fiori in pastella
Preparazione
In una ciotola rinvenire il lievito in mezzo bicchiere di acqua tiepida e una punta di cucchiaino di zucchero.
Dopo una decina di minuti, unire la farina, l’acqua frizzante e i semi fino a ottenere un impasto liscio e morbidissimo.
Lasciare riposare la pastella a temperatura ambiente per 15 minuti; trascorso questo tempo raffreddare l’impasto ottenuto in frigorifero.
Lavare i fiori di borragine asciugarli delicatamente con un foglio di carta assorbente.
Porre in una larga padella l’olio extravergine d’oliva e, quando sarà molto caldo, lasciar dorare i fiori passati nella pastella.
Man mano che queste deliziose e profumate frittelle saranno pronte, sgocciolarle e passarle su carta da cucina in modo da assorbire l’olio in eccesso.
Spolverizzare infine le azzurre frittelle con poco sale, adagiarle su un piatto e gustarle caldissime senza eccedere nella quantità.
Per le tutte le altre proprietà della borragine vi consiglio l’attenta lettura dell’articolo Erbe da mangiare: la borragine.
Fonti:
- A. Denis — Erbe, spezie, condimenti — Gambero Rosso, 2005
- A. Allotta — La cucina siciliana — Newton Compton, 2012
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E’ un brano brioso e originale,ben scritto, in cui si percepisce virtualmente il profumo delicato della primavera.Questo articolo insegna inoltre che,senza addentrarsi nell’alta gastronomia,ma solo con un po’ di fantasia, è possibile preparare pietanze sane,semplici e gustose, utilizzando ingredienti comuni che la natura generosamente ci rende disponibili.
Grazie infinite Stefano, per l’attenzione costante ed il vivo interesse per i miei articoli e per quelli dei bravissimi nutrizionisti della Scuola di Ancel. Condivido appieno la tua riflessione, in ogni stagione, la natura ci offre un ricco paniere di erbe commestibili e aromatiche, funghi, tuberi, fiori e frutti preziosi e talvolta rari. Imparare a riconoscerli, raccoglierli e utilizzarli per piatti semplici e nutrienti fa bene al nostro organismo ed al nostro umore.
A volte mi è capitato di mangiare la frittata con la Borragine, ha un sapore naturale e semplice. Come è interessante scoprire che una semplice erba spontanea possa dare tale sapore, ai cibi quotidiani.
L’uso della Borragine era diffuso in diverse regioni d’Italia. Scoprire o riscoprire i piatti della tradizione rappresenta un prezioso arricchimento culturale oltre al gusto di antichi sapori ed all’apporto di nutrienti e di numerose sostanze benefiche.